Morte Ronzani, l’avvocato: “Il risarcimento all’amante creerebbe un precedente”

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Doveva approdare ieri sera su Rai1 nel salotto di Bruno Vespa, la vicenda della moglie e della fidanzata-amante di Mirco Ronzani, ammesse entrambe dal giudice quali parti civili nel processo per l’incidente nel quale l’uomo – 39 anni, di Lugo di Vicenza – ha perso la vita. La messa in onda è invece slittata a questa sera o a uno dei prossimi giorni. Mirco fu investito dalla 44enne di Sarcedo Bruna Grolla mentre attraversava sulle strisce pedonali dopo essere uscito con la fidanzata-amica dalla pizzeria Da Denis a Madonnetta di Sarcedo. Era il 10 ottobre 2016: Mirco, che salvò la vita all’allora 33enne Arianna Gottardo spingendola via, morì in ospedale a Vicenza dopo 18 giorni di agonia.

Il processo penale si è aperto e chiuso in una sola udienza lo scorso 16 febbraio: Bruna Grolla ha infatti patteggiato davanti al giudice per l’udienza preliminare Massimo Gerace un anno di reclusione – pena sospesa – per omicidio stradale colposo. E’ stato in questa occasione che entrambe le donne sono state ammesse quali parti civili, insieme al figlio di Mirco, al fine di ottenere un risarcimento dall’assicurazione dell’automobilista.

A destare scalpore anche a livello nazionale, il fatto che per la prima volta, a fronte di una coppia non separata legalmente e quindi in presenza di una moglie legittima – Marzia Furlan, 44 enne di Thiene – si ammette quale parte civile anche l’amante della persona deceduta.

“I giornali hanno parlato di risarcimento conteso fra due donne, ma ci si dimentica che qui stiamo parlando anche della tutela dei diritti di un bambino che a quattro anni ha perso il suo papà. Inoltre erroneamente si è affermato che entrambe le donne sono già stata risarcite, ma non è così: tutto quello che ha fatto il giudice è stato accoglie la richiesta di costituzione di parte civile di entrambe, ma nessuno ha ricevuto nulla, perché andrà tutto discusso in sede civile”. A sottolinearlo è Marta Faccin, avvocato della moglie e del figlio di Mirco Ronzani (il legale di Arianna Gottardo è l’avvocato Daniele Acebbi).

Avvocato Faccin, cosa avete pensato quando lei e la sua cliente vi siete trovate di fronte Arianna Gottardo?

“La mia cliente sapeva dell’esistenza di questa ragazza, perché gliene aveva accennato Mirco stesso e soprattutto perché fin dalla sua morte si è parlato di lei sui media. Ma non ci aspettavamo certo di trovarla in udienza e che si costituisse parte civile. Si trattava di una storia iniziata solo da pochi mesi, ma la mia cliente è a tutti gli effetti la legittima consorte e la nostra richiesta di risarcimento (800 mila euro, mentre l’avvocato di Arianna Gottardo per la sua cliente ne ha chiesti 200 mila, n.d.r.) sono a tutela in particolare del figlio.

La richiesta di Arianna Gottardo di costituirsi parte civile in aula ha dato vita a un’accesa discussione: sia lei che il pm avete chiesto al gip di negarle questa possibilità perché non risulta da documentazione una stabile relazione con Mirco Ronzani, che non era separato. Oggi però sui giornali la stessa Gottardo con il suo avvocato ribadisce che loro erano fidanzati da sette mesi, che ciò sarebbe verificabile con riscontri telefonici e telematici, nonché che vi sarebbero stati una proposta di matrimonio, una breve convivenza e l’intenzione di mettere su casa e lavorare insieme. Il giudice pare avere accolto questa versione.

“E’ vero, il giudice ha preso questa decisione che non ha precedenti, ma non è entrato nel merito della questione, cosa che non gli competeva visto che eravamo in fase di udienza preliminare. La partita in realtà si apre in sede civile nei prossimi mesi: sarà il giudice civile a dover stabilire se e quanto ammettere a risarcimento l’altra ricorrente. Ma ripeto, al momento non c’è stato alcun risarcimento. Aggiungo che siamo state costrette a presentarci in sede di giudizio penale perché a quasi un anno e mezzo dai fatti non c’è stato ancora alcun riscontro dall’assicurazione”.

Però ci sono precedenti di riconoscimento dei diritti di persone legate in modo non ufficiale a una persona defunta…

“Si, ma qui siamo di fronte ad un matrimonio ancora in essere, è questa la particolarità del caso, che non ha precedenti. Qui non siamo di fronte ad una coppia separata nella quale ognuno vive la sua vita, ma di una moglie legittima e una ragazza che sostiene di aver avuto negli ultimi mesi una relazione con il marito della mia cliente. E’ stato il frangente della sua presenza nell’incidente ad aver dato risonanza a questa relazione. In ogni caso è nostra intenzione solo perseguire gli interessi della moglie e del figlio, senza fare la guerra  a chicchessia. Spetterà al giudice quantificare il peso delle relazioni, ma anche stabilire se creare un precedente di giurisprudenza di questo tipo. Questo infatti aprirebbe potenzialmente la porta al riconoscimento delle relazioni extraconiugali quali portatrici di diritti a sé stanti. Da un punto di vista legale, è infatti di questo stiamo parlando: di una moglie legittima e di una relazione extraconiugale che dal giudice dell’udienza preliminare è stata valutata stabile e importante”.

Non siamo quindi sul terreno del riconoscimento di diritti di una coppia di fatto?

Assolutamente no. Anzi, in un certo senso siamo di fronte a un paradosso: tanta fatica hanno fatto le coppie di fatto per vedersi riconosciuti alcuni diritti, quanto tanto è stato facile in questo caso specifico vedersi riconosciuta la possibilità di essere considerata una parte danneggiata dai fatti accaduti”.