Forgital, al decollo la vendita: l’affaire da quasi 2 miliardi di euro entro il 2024

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Neanche il tempo di salutare i 150 anni dalla fondazione che Forgital, nove stabilimenti nel mondo e un organico di oltre 1100 dipendenti, è già pronta ad inaugurare un nuovo capitolo della sua storia: è ormai di dominio pubblico, infatti, che il fondo americano Carlyle ha aperto le procedure per la cessione totale della partecipazione nella nota azienda vicentina voluta dalla famiglia Spezzapria nel 1873.

Di queste ore, qualche rumors in più sulla corsa, ormai al rush finale: in lizza ci sarebbero ben cinque pretendenti, su tutti il fondo britannico Cinven quello dato per favorito. Sono queste le informazioni che hanno animato il mercato grazie alle anticipazioni fornite sia dal Sole 24 Ore che da Milano Finanza, secondo cui alla top five si sarebbe arrivati dopo un’attenta scrematura di parecchi altri potenziali interessati. Warburg Pincus Platinum, fondi di private equity americani, ma anche Advent e uno dei fondi della galassia Bain Capital: ma il favorito sarebbe appunto il fondo d’oltremanica Cinven, un vero e proprio colosso in grado di portare a termine investimenti in oltre 150 società tra Europa e Nord America, valorizzando più di 115 investimenti e restituendo proventi per oltre 47 miliardi di euro.

E altrimenti non poteva essere per il gioiellino player mondiale nella produzione di anelli forgiati e laminati in acciaio e altre leghe speciali votate al settore aerospaziale, ad oggi il traino della multinazionale con quartier generale a Velo D’Astico con circa il 70% della produzione: senza dimenticare una fetta industriale ancora comunque curata e fatta ormai di clienti più che affezionati. Un fatturato, quello del gruppo Forgital, pronto a tagliare quota 500 milioni nel 2024, con un Ebitda a circa 130 milioni di euro e ben 3 miliardi nel portafoglio ordini: “In base all’andamento delle stime di crescita e degli ordinativi – spiegano da Milano Finanza – il valore del gruppo Forgital potrebbe attestarsi attorno a quota due miliardi di euro”.