‘Paroni a casa nostra’, ma non troppo: la serata sull’invaso di Meda agita il paese

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Doveva essere l’apprezzato meteorologo AMPRO nonchè Presidente di Meteo in Veneto Marco Rabito il protagonista della partecipata serata divulgativa organizzata venerdì dall’associazione Laboratorio 2024 a Velo D’Astico, ma inevitabilmente l’attenzione è stata in buona misura assorbita dalla tematica del possibile bacino di Meda le cui sorti, dopo le dichiarazioni del Presidente della Regione Luca Zaia ai primi di maggio, paiono aver subito una notevole accelerazione.
“Il problema è che mancano le riserve idriche – aveva dichiarato il governatore annunciando l’invio al Ministero di un piano degli interventi – che d’inverno si formano grazie alla neve che quest’anno è stata molto scarsa. Questo è un problema che è diventato ormai molto frequente, richiedendo nuove soluzioni e nuove opere. Ricordo che a marzo il cuneo salino aveva iniziato a risalire e, per farvi fronte, abbiamo messo in campo interventi straordinari. Interventi da oltre 2 miliardi euro, tra i quali ne abbiamo indicati sei urgenti per un importo di oltre 400 milioni di euro. Serviranno a mettere in sicurezza il territorio, gestire meglio la rete idrica, costruire riserve d’acqua ed evitare gli sprechi attuali dovuti a infrastrutture idrauliche vetuste”.

Ed è così che dopo l’intervento di Rabito, volto soprattutto ad educare anche un pubblico meno esperto alla consultazione responsabile delle previsioni, distinguendo soprattutto l’area di competenza della climatologia da quella della meteorologia, si è subito acceso il dibattito sull’ipotesi progettuale di un invaso attorno alla cui realizzazione rimangono considerevoli perplessità anche di alcuni amministratori locali. Perplessità non fugate nemmeno dopo i dati forniti dall’altro ospite del convegno, Lorenzo Altissimo, direttore del Centro Idrico di Novoledo, profondo conoscitore dello stato delle acque nel vicentino che ha spiegato come l’attuale soluzione preveda un livello di massimo invaso di 247 m s.m.m. che corrisponderebbe ad un volume di invaso di circa 7 milioni di metri cubi con una spesa stimata in circa 80 milioni di euro.

Nelle slide proiettate a favore di pubblico, la forma dell’invaso è apparsa di tipo stretto ed allungato, interessando il tratto di fiume che va dalla sezione di sbarramento fino alla briglia di presa del canale di derivazione Enel ‘Cogollo 2’ per una lunghezza di circa 2600 metri: nel punto più largo quindi il lago che ne deriva, raggiungerebbe gli 840 metri. Numeri meno pesanti di quelli prospettati nella lunga storia che ha accompagnato l’ipotesi di un bacino suddiviso tra i Comuni di Velo D’Astico e Cogollo del Cengio, ma d’impatto anche per la vicina realtà di Piovene Rocchette dove il Sindaco Erminio Masero non ha mai fatto mistero di nutrie ampie riserve: questo nonostante le rassicurazioni sul fatto che l’altra grande opera di cui però la realizzazione appare sempre meno probabile, ovvero il proseguimento a nord dell’autostrada, non verrebbe compromessa al punto che la ‘tracciatura’ della stessa appare ben evidenziata anche negli ultimi incartamenti grafici dell’invaso.

Il progetto di fattibilità promosso dalla Regione Veneto

Invaso che desta dubbi anche sulla possibilità di allagamento di zone abitate – benchè il progetto sembri escluderlo parlando soltanto di zone prettamente boschive o seminate e di due soli immobili isolati in località Bojaduri, questo grazie ad un’opera di arginamento che verrebbe a tutelare in particolare località Brunello e la vicina zona industriale di Seghe di Velo: “Il vero problema che è ampiamente emerso durante la serata – spiega il coordinatore e consigliere comunale Luca Cislaghi da anni molto vicino e sensibile alle tematiche di tutto il comprensorio – è che chi dice ‘paroni a casa nostra’ è il primo che calerebbe un progetto senza confrontarsi col territorio dove questo andrebbe ad insistere. Da qui la necessità di discuterne e di tenere accesi i riflettori in questa che non sarà l’ultima iniziativa pubblica sul tema”.

Appuntamento intanto, ancora una volta promosso da Laboratorio 2024, anche per venerdì prossimo 16 giugno sempre alle 20.30 quando Stefano Fracasso e Claudio Dalla Vecchia saranno i relatori di una serata dedicata al caro bollette, alle buone pratiche per un consumo responsabile e all’importanza di un percorso verso comunità energetiche autosufficienti.