La condanna al carcere è esecutiva 12 anni dopo la bancarotta. Arrestato un 60enne

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La Corte di Appello Venezia ha disposto la scorsa settimana la traduzione in carcere dell'ex agente di commercio vicentino

A distanza di una dozzina d’anni dai reati che gli erano stati imputati si sono aperte le porte del carcere di Vicenza per un ex agente di commercio di 60 anni, giudicato colpevole delle due “versioni” contemplate dall’ordinamento di bancarotta, semplice e fraudolenta, vale a dire sia con colpa che con dolo da parte dell’imputato ora condannato e arrestato a tutti gli effetti.

I fatti risalgono al 2009 quando l’impresa allora in mano a Claudio Marcolin, cittadino italiano attualmente residente a Valdagno, fu messa sotto inchiesta per l’insolvenza nei confronti di creditori e fornitori.

I fatti, ormai “datati”, si svolsero ai tempi nel capoluogo berico, legati alle procedure di fallimento di una società di cui il condannato era titolare. Gli investigatori rilevarono nei confronti dell’allora cinquantenne una serie di irregolarità divenute oggetto di indagini approfondite, fino a portarlo nelle aule di giustizia prima con competenza provinciale e, dopo il ricorso, fino alla Procura della Repubblica di Venezia. Per l’agente di commercio i reati ascritti sono contemplati dal Regio Decreto 267 addirittura del 1942, in materia di “Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell’amministrazione controllata e della liquidazione coatta amministrativa”.

Dopo oltre dieci anni tra indagini e due gradi di giudizio, la pena comminata che ammonta a 5 anni e 4 mesi di reclusione è divenuta esecutiva, su richiesta della Corte d’Appello di Venezia che si è pronunciata lo scorso 18 marzo. Ieri pomeriggio, pertanto, i carabinieri della stazione locale della vallata dell’Agno sono stati incaricati di recarsi presso l’indirizzo dell’imprenditore, notificandogli l’ordine di cattura e di trasporto coattivo presso la casa circondariale “Del Papa”, nel quartiere di San Pio X a Vicenza.

Le gazzelle dei carabinieri escono dalla caserma di Valdagno