Polemica sulle guide in uniforme nazista al Bunker di Kesselring. Zaia cancella il post e si scusa

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L'interno del Bunker di Kesserling

Scoppia la polemica sul progetto di riqualificazione del Bunker di Kesselring che si trova nel compendio termale di Recoaro. O meglio scoppia la polemica dopo un post sulla pagina Facebook di Luca Zaia che ieri mattina ne promuoveva la visita. “Promuoveva” perché ora il post è stato rimosso. Non solo: oggi pomeriggio dall’ufficio stampa della giunta regionale sono arrivate delle precisazioni a riguardo, in cui “la presidenza si scusa con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite dal post, il cui intento non era certo quello di offendere sensibilità e memorie”.

A creare indignazione, in primis da parte di molti cittadini sotto il post del Governato, ma anche quella manifestata sempre sui social dal coordinatore di zona del Pd scledense Giacomo Stiffan, il fatto che ad accompagnare il pubblico nel tour all’interno dell’ex struttura bellica siano delle guide che indossano la divisa d’epoca della Wehrmacht: un’immersione storica che a molti è parsa irrispettosa verso le vittime della furia nazi-fascista. In poche ore il post del governatore – che era corredato da foto, dove appaiono guide-figuranti con l’uniforme delle forze armate tedesche al tempo della seconda guerra mondiale – ha avuto centinaia di condivisioni e commenti di persone preoccupate e infastidite dallo stile scelto per la rievocazione. Commenti ora rimossi assieme al post.

Il post sulla pagina Facebook di Luca Zaia che promuove la visita al Bunker

Da Venezia, intanto, fanno sapere che “tutte le attività sui profili social riguardanti la promozione del territorio sono svolte in assoluta autonomia da una apposita struttura”. Ovvero non è Zaia in persona che pubblica i post relativi a turismo, sagre, fiere, mercati, arte e cultura. L’ufficio stampa del governatore, poi, fa presente che l’iniziativa del museo “era stata segnalata dall’associazione Terme di Recoaro alla competente Direzione della Regione la quale, a sua volta, l’aveva trasmessa alla struttura che segue i profili social”, aggiungendo che “il Presidente non può avere un diretto e costante controllo su queste materie, ma che si occupa in prima persona unicamente dei contenuti relativi ai post inerenti le attività amministrative, politiche, sanitarie”. E alla fine arrivano anche le scuse da parte del governatore che onde evitare ulteriori disagi ha dato ordine di cancellare il post.

Il bunker
Anche se la polemica è scoppiata ieri, in realtà il Bunker di Kesselring è visitabile al pubblico in questa “nuova” veste già dal 10 luglio scorso. Il tutto rientra in un progetto voluto dalla società Terme di Recoaro spa (che ha in concessione il compendio termale di proprietà della Regione Veneto) presentato a giugno per promuovere il turismo locale adottando un approccio tecnologico per rivivere la storia con visori, applicazioni multimediali, pannelli espositivi ad accompagnare il visitatore. Il bunker prende il nome dal feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante supremo delle forze tedesche in Italia, che a Recoaro collocò i principali uffici strategici del quartier generale tedesco.

Dopo il bombardamento a opera degli americani il 20 aprile 1945, proprio in questo bunker bellico venne presa la decisione e furono decise le condizioni della resa tedesca, che portarono qualche giorno dopo alla firma dell’armistizio a Caserta. L’intento dichiarato dai promotori del progetto (tra cui l’associazione Bunker di Recoaro che da anni lavora per riportare alla luce i rifugi antiaerei della zona) è quello di “fermare” il tempo al 20 aprile del 1945 grazie alla nuova tecnologia e in aggiunta grazie anche una decina di uomini in divisa, mezzi militari e check point “per offrire un’esperienza di visita ancor più immedesimante”.

Foto dalla pagina Facebook Terme di Recoaro Spa

Se l’apertura della struttura a inizio luglio era passata più o meno in sordina, ora ha attirato senza dubbio l’attenzione, “grazie” al post condiviso da Zaia e soprattutto “grazie” al suo “dietrofront”. Della questione, tra ieri e oggi, se ne è occupato anche qualche quotidiano nazionale che ha erroneamente dato al governatore la paternità dell’idea di vestire le guide con le divise della Wehrmacht. Da parte delle Terme di Recoaro, al momento, non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale su quanto accaduto in queste ore ma solo una risposta pubblica sulla pagina Facebook della società a un utente che ha definito il tutto “una pagliacciata in divisa per attirare qualche nostalgico tedesco”.

La risposta delle Terme di Recoaro Spa a un utente in disaccordo con lo stile della rievocazione