Miteni, avviati 121 licenziamenti. Botta-risposta sulla messa in sicurezza dell’impianto

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Una delle proteste del 2017, prima dell'effettiva chiusura dello stabilimento

La Miteni, l’azienda di Trissino al centro del caso di inquinamento da pfas e altre sostanze, ha comunicato oggi ai 121 lavoratori l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. La notizia viene dopo l’annuncio dell’istanza di fallimento, presentata in tribunale nei giorni scorsi e vista da più parti come un tentativodi

L’amministratore delegato Antonio Nardone ha stigmatizzato le motivazioni dello sciopero indetto dalla Rsu e l’anomalia delle modalità di agitazione annunciata, ricordando che l’azienda non ha ad oggi potuto effettuare il pagamento del residuo degli stipendi di maggio e le quattrordicesime perché – come afferma una nota dell’azienda – non le è stato concesso dal tribunale. “E’ dunque incomprensibile – sottolinea la nota – come il rispetto di procedure obbligatorie possa avere portato l’Rsu a una dichiarazione di agitazione sindacale così anomala”.

Per quanto riguarda le modalità di protesta, Nardone ha precisato che “l‘interruzione dei processi con la sola ultimazione delle reazioni in corso, non garantisce la messa in sicurezza completa degli impianti in quanto non permette lo svuotamento degli stoccaggi contenenti sostanze pericolose” e che “il  mancato completamento dei programmi produttivi volti all’esaurimento della sostanze pericolose giacenti in stabilimento e alla successiva messa in sicurezza definitiva degli impianti, impedisce il completamento del cronoprogramma approvato dagli enti competenti in materia di sicurezza e ambiente, con tutti i potenziali rischi del caso”. L’ad ha anche ribadito che da parte del Cda di Miteni si sta lavorando con impegno per trovare una strada che attraverso l’ingresso di un nuovo socio possa salvaguardare l’occupazione, gli impegni ambientali e il forte know-how aziendale.

Immediata la replica dei rappresentanti dei lavoratori, che in un comunicato congiunto firmato dalle Rsu Miteni, da Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil provinciali  affermano di essere venuti a conoscenza dei licenziamenti oggi alle 16 dalla stampa e non dall’azienda.

“Il vertice aziendale – si legge nella nota – ha abbandonato anzitempo lo stabilimento senza incontrare la Rsu e senza dare immediate comunicazioni e spiegazioni. Un comportamento di assoluta irresponsabilità. Peggio ancora, la nota stampa diramata dall’azienda ha tentato assurdamente di addossare responsabilità ai lavoratori, quando invece chiarissime sono le cause che hanno determinato questo epilogo. Ciò malgrado – prosegue la nota – gli operai, i tecnici e tutte le maestranze della Miteni si comporteranno con la massima responsabilità e procederanno, di concerto con i quadri direttivi, alla messa in sicurezza di tutti gli impianti, di tutti i depositi, di tutti i servizi e di quant’altro afferente, secondo quanto previsto dalle normative e dalle procedure interne. I lavoratori presidieranno le strutture anche ai fini della direttiva Seveso (attività a rischio di incidente rilevante).

In questo momento sono presenti in stabilimento la Rsu, i segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl ed Uiltec Uil, il sindaco di Trissino con l’assessore all’ambiente. Nelle prossime ore sono previste da parte sindacale ulteriori precisazioni.