Astrazeneca, in Veneto 7 le reazioni sistemiche su 17 mila dosi del lotto ora ritirato

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Sono quasi 48 mila in Veneto le dosi del vaccino anti-Covid di Astrazeneca somministrate e di queste poco più di 17 mila fanno parte del famigerato lotto ABV2856, ritirato in via cautelativa ieri da Aifa dopo alcuni casi di effetti avversi gravi. Le dosi di questo lotto giunte in Veneto sono poco più di 20 mila: arrivata la comunicazione di Aifa, ne rimanevano immagazzinate quindi circa tremila.

A dare tutti i numeri, in un’operazione trasparenza, è stata oggi, nel corso del consueto punto stampa della Regione nella sede della Protezione Civile di Marghera, la dirigente della Direzione Prevenzione del Veneto, Francesca Russo.

I dati sulla vaccinazione con Astrazeneca in Veneto aggiornati al 12 marzo. In giallo, il lotto ritirato in via cautelativa.

La dottoressa Russo ha spiegato anche che al momento non si sono rilevate reazioni avverse gravi. Le 17 mila dosi del lotto incriminato sono state somministrate nelle Ulss 1 (1.655), Ulss 2 (solo 300), Ulss 5 (1.914), Ulss 6 (7.453) e, per quel che riguarda il Vicentino, 1.682 nell’Ulss 7 Pedemontana e 4.272 nella Ulss 8 Berica. “Sulle 47.877 dosi Astrazeneca inoculate fino a questa mattina – ha specificato la dottoressa Russo – abbiamo verificato la presenza di effetti collaterali importanti: in tutto ci sono state segnalate finora solo 349 reazioni avverse, delle quali solo 12 più importanti e di tipo sistemico, come febbre sopra i 38 gradi, cefalea e sintomi più complessi. Due casi dei 12 sono relativi poi a reazioni allergiche. Nessuna persona è comunque grave. Specifico però che delle 12 reazioni più impegnative, 7 al lotto che è stato ritirato. In ogni caso tutte le reazioni son state registrate e son provviste di scheda tecnica, come normalmente si fa con la farmaco sorveglianza”.

Come spiegato dalla dirigente regionale, da oggi nessuno sarà in ogni caso vaccinato con quel lotto, in quanto appunto è stato ritirato. “Il Veneto – ha aggiunto la dottoressa Russo – è una delle regioni che maggiormente invia segnalazioni a livello di farmaco vigilanza nazionale, la situazione è quindi ben monitorata da tutti i medici a contatto con i pazienti che possono avere reazioni e al momento della somministrazione della seconda dose raccogliamo le informazioni sulla reazione alla prima, e segnalate al sistema di farmacovigilanza e questo riguarda tutti i lotti di vaccino e tutte le sedi vaccinali. La segnalazione e il blocco di un lotto o vaccino è significativa di un sistema che funziona ed è sensibile, non va interpretato come un fattore negativo: la sospensione di un farmaco va intesa come una forma di attenzione alla sicurezza”.