Autonomia, Zaia contro i 5S. Fracasso (PD): “Proposta comune con le altre Regioni”

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Il ministro agli Affari Regionali Erika Stefani e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

“Ai grillini voglio dire che è finita la ricreazione. Dato che io seguo la partita delle autonomie per 24 ore ogni giorno, giuro che sarò come un nido di vespe. Perché è scandaloso quello che stanno facendo alla mia gente”. Lo ha dichiarato ieri al Corriere il presidente del Veneto, Luca Zaia, dopo l’ennesimo blocco dell’iter dell’autonomia in Consiglio dei Ministri. “Li sfido pubblicamente – ha aggiunto – a far uscire la loro proposta. I 5 stelle hanno sostenuto i referendum e hanno sottoscritto il contratto di governo eppure fanno muro. Affermano di voler dare voce ai cittadini, ma se poi il popolo dice che cosa gli aggrada nascono i problemi”.

Rincara la dose, sempre sul Corriere della Sera, la ministra vicentina per gli Affari regionali, Erika Stefani. “I 5 stelle smettano di cavalcare l’antagonismo Nord-Sud. Il premier Conte mi aveva detto che l’autonomia avrebbe avuto il via libera entro il 15 febbraio”.

A Zaia replica però il Partito Democratico veneto. “Ormai non si contano più gli annunci di Zaia su date storiche per l’autonomia. Facciamo un elenco? Doveva essere il 22 ottobre del 2018, poi il regalo di Natale, poi prima delle Elezioni Europee e adesso prima dell’estate. Di storico fino ad ora c’è solo il numero di rinvii”. Con queste parole, infatti, il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Stefano Fracasso, interviene “a seguito dell’ennesimo stop all’autonomia arrivato da Roma”.

“Il Presidente Zaia dovrebbe venire in Consiglio regionale e illustrarci i rilievi dei Ministeri e del Capo di Governo – chiede l’esponente Dem – Dopo aver trasmesso a Roma una proposta che chiedeva tutte e 23 le materie e di trattenere i 9/10 delle tasse, ora il Governatore vuole convincere l’Italia che non pretende un euro in più?”. “Ma vogliamo mettere in fila le cantonate prese dai suoi esperti? – aggiunge il consigliere Dem – Dalla Legge delega al ruolo del Parlamento, fino alla favola del residuo fiscale. Vale per l’autonomia quanto visto per le Olimpiadi: da soli non si va nessuna parte”. “Veneto, Emilia e Lombardia condividano un proposta comune per avere la forza di convincere Governo e Parlamento – conclude Stefano Fracasso –  Altrimenti, ci sia risparmiata questa messa in scena delle giornate storiche in cui non si decide nulla”.

Intanto dalla Regione è giunta nelle redazioni una nota di commento del capo della delegazione veneta trattante a Roma, il professor Mario Bertolissi, all’ “Appunto per il Presidente del Consiglio dei ministri”, licenziato il 19 giugno, utilizzato nel corso della riunione del Gabinetto del 26 giugno, appunto che pare abbia concorso a provocare l’ennesimo rinvio. L’ “Appunto” mette in discussione dalle fondamenta il progetto di autonomia regionale asimmetrica, come è stato perseguito finora. Sarebbero troppe, insomma, per il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi, le deleghe che passerebbero alle Regioni.