Consiglieri regionali contro le lunghe file per il tampone. Presentata interrogazione

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
In foto Raffaele Speranzon e Cristina Guarda

Non si è ancora placata la polemica sulla vicenda tamponi registrata lo scorso fine settimana. Un disservizio che ha causato lunghe code con interminabili ore di attesa al gelo. Non solo, ma è emerso una grave mancanza nei confronti di soggetti più fragili o, addirittura ammalati, costretti a rimanere in fila per il proprio turno. Qualcuno lamenta anche carenza nei servizi igienici o la difficoltà nel mantenere le distanze, che in questo periodo, non è solo opportuno vista la situazione ma è normato da un decreto legge.

Il malumore arriva anche in consiglio regionale con le dichiarazioni di due membri, c’è chi chiede di snellire il lavoro degli ospedali a favore di farmacie e parafarmacie e chi, invece, ritiene opportuno ampliare il servizio sanitario aggiungendo personale e strutture per fare in modo che i cittadini abbiano il loro punto di riferimento nei punti istituiti dalle varie Ulss di pertinenza. Queste le dichiarazioni di Cristina Guarda di Europa Verde.

Limitarsi a spostare il problema nelle farmacie non ha senso, abbiamo bisogno di più postazioni per i test. Migliaia di persone in fila al gelo per ore, talvolta in postazioni con carenti in termini di adeguati servizi igienici o di attenzioni per soggetti più fragili, come gli anziani. Sono queste le immagini di una azione di risposta efficace alla pandemia che vorremmo consegnare ai posteri? E’ importante che i cittadini si presentino spontaneamente per sottoporsi ai test, perché questo ci consente di conoscere lo stato di diffusione del virus, nonostante il sistema di tracciamento sia saltato dal almeno un paio di mesi. Possibile non riuscire a potenziare i nostri centri vaccinali in modo tale da poter testare i cittadini in sicurezza e senza il pericolo di trasmissione del virus? Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere quali indicazioni siano state fornite da parte della Regione per rispondere ad un disservizio che rischia di aggravare la situazione”.

“Utilizzare le farmacie e le parafarmacie –conclude Guarda– anche per i test di fine isolamento rischia di essere un semplice palliativo, spostare il problema non è la soluzione del problema. Servono invece maggiori risorse in termini di personale e strumenti. Segnalazioni di disagi pesanti giungono da più parti, ma la situazione pare essere particolarmente difficile presso le ULSS 9 e 7, quest’ultima da oltre un anno e mezzo si profila come la ULSS con maggiori criticità segnalate dai cittadini, anche nel campo di somministrazione dei vaccini. Mentre nella ULSS veronese il disagio vissuto dai cittadini sembra essere ancora più grave, infatti in molti lamentano l’impossibilità di prenotare il tampone per poter quindi rientrare a lavoro o scuola.”

Di altra opinione il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, Raffaele Speranzon:”Se vogliamo aiutare i cittadini e permettere al sistema sanitario di non accusare ulteriore stress, va allargata anche a farmacie e parafarmacie la possibilità di eseguire i tamponi per l’uscita dall’isolamento in caso di positività Covid, così come già avviene per la fine quarantena. Se ci sono questioni sulla “generazione” del tampone da usare, si aggiornino i criteri e si sostengano le farmacie nel rifornimento di questi strumenti: non è possibile assistere quotidianamente a file che durano ore, con tutti i rischi legati agli assembramenti e alle difficoltà per il personale sanitario”.