Covid-19, il Veneto resta “giallo” ma a livello nazionale situazione in lieve peggioramento

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Con un Rt sceso a 0,63, il Veneto rimane in “zona gialla” anche la prossima settimana. Lo ha comunicato l’Istituto Superiore di Sanità, che ha fissato l’indice di contagio nazionale a 0,84. Grazie al crollo della curva del contagio e alle risultanze degli altri parametri di controllo monitorati dall’Iss, seconda settimana a rischio “basso” quindi per il Veneto, mentre la situazione risulta ben diversa in altre regioni.

Anche se l’Rt nazionale non cambia, la Cabina di Regia osserva comunque un “leggero peggioramento dei dati“. Per decidere quale Regione va in zona arancione (o rossa) non si usa l’Rt medio ma l’intervallo inferiore dei due sui quali si calcola quel dato. Se è superiore a 1 scatta l’arancione. La circolazione dell’epidemia nelle Regioni non cresce nella settimana presa in considerazione dalla Cabina di regia nel suo periodico monitoraggio e così potenzialmente tutte le Regioni questa settimana hanno dati da zona gialla, ad eccezione della Provincia di Bolzano, dell’Umbria (che hanno un Rt sopra 1) e della Puglia (che ha il rischio alto).

Così, questa settimana solo la Sardegna passi da arancione a giallo. Bolzano (che ha deciso ieri di mettersi in lockdown), SiciliaPuglia e Umbria sono in arancione. Quest’ultima regione potrebbe dichiarare però la zona rossa, almeno nella provincia di Perugia dove si teme un cluster ospedaliero di casi colpiti da una variante.

“L’incidenza a livello nazionale – scrive nel suo report la Cabina di Regia – si mantiene sopra il valore di 130 casi per 100.000 abitanti nei 7 giorni e, in almeno uno dei flussi del ministero e dell’Istituto superiore di sanità, 13 regioni evidenziano un trend di casi in aumento. La trasmissibilità, sebbene in media simile alla scorsa rilevazione, presenta questa settimana un range che arriva a superare 1 nel suo valore superiore”. Aumenta il numero di regioni classificate a rischio alto (3 contro 1) e si riducono quelle a rischio basso in questa settimana (7 contro 10) in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni italiane che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza. Siamo insomma in una fase delicata dell’epidemia, con iniziali segnali di controtendenza “che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.

Ecco la situazione nelle Regioni: Abruzzo 0,99 (0,93-1,05), Basilicata 0,63 (0,48-0,8), Calabria 0,81 (0,74-0,89), Campania 0,78 (0,71-0,85), Emilia – Romagna 0,83 (0,81-0,85), Friuli 1.03 (0,99-1,08), Lazio 0,8 (0,77-0,82), Liguria 0,95 (0,89-1), Lombardia 0,94 (0,89-0,98), Marche 0,95 (0,86-1,05), Molise 0,9 (0,65-1,19), Piemonte 0,78 (0,74-0,81), Provincia Bolzano 1,06 (1-1,13), Provincia Trento 0,61 (0,55-0,67), Puglia 0,91 (0,88-0,93), Sardegna 0,75 (0,69-0,81), Sicilia 0,73 (0,7-0,75), Toscana 0,98 (0,93-1,03), Umbria 1,18 (1,11-1,25), Val d’Aosta 0,85 (0,67-1,03), Veneto 0,63 (0,61-0,65).