Covid, i Veneto rimane “rosso” ma dopo Pasqua si torna in aula fino alla prima media

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Restrizioni anti-Covid: il Veneto rimane in zona rossa rosso fino a Pasqua. Lo ha confermato durante il quotidiano punto stampa il Presidente della Regione, Luca Zaia, anticipando così le risultanze della Cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute, presieduta dal premier Draghi e che si è conclusa poco dopo le 14.

A determinare la permanenza in fascia rossa, ha spiegato Zaia, è il parametro dell’incidenza del virus nella popolazione: “siamo a 254 positivi ogni 100 mila abitanti. Spero che dal 6 aprile si torni alla normalità” ha aggiunto Zaia.

Nonostante la zona rossa, i bambini dall’asilo nido fino alla prima media potranno ritornare anche in Veneto a scuola dopo Pasqua: questo infatti ha deciso la cabina di regia in vista del nuovo decreto sulle misure anti-Covid. Non si allenteranno, invece, le restrizioni riguardo le fasce di rischio. Fino al 30 aprile non saranno previste zone gialle.

“Fino alla prima media riapriremo dopo Pasqua – ha spiegato Draghi rispondendo alle domande dei giornalisti – “e in alcuni casi sarà possibile effettuare dei test sugli studenti. Ma non avverrà in modo estensivo. Nell’ultima cabina di regia, abbiamo registrato un calo nel livello dei contagi. Il resto della situazione resta preoccupante. Aprire ulteriormente aumenterebbe le forme di contagio. La scuola, di per sé, non è fonte di contagio. Ciò che è fonte di contagio è tutto quello che avviene “attorno” alle scuole, dal trasporto alle attività didattiche. Se abolissimo le altre restrizioni, anche nella scuola avremmo un aumento dei contagi”.

Sono dieci le Regioni e una Provincia in rosso, almeno fino al 13 aprile: oltre metà degli italiani resterà almeno altre due settimane nello scenario con più restrizioni. La regola prevede infatti che si debba stare almeno due settimane in un colore prima di poter rientrare in quello con meno restrizioni, a patto di avere dati compatibili con lo scenario meno pesante. La buona notizia è che l’Rt nazionale è sceso a 1,08 (in discesa rispetto all’1,16 della settimana scorsa). Hanno ancora un’incidenza superiore ai 250 casi per 100mila abitanti, che le pone nello scenario con più restrizioni, il Friuli Venezia Giulia (410), il Piemonte (354), l’Emilia-Romagna (351), la Lombardia (293), la Puglia (292), la Valle d’Aosta (291), le Marche (284), la Provincia Autonoma di Trento (279) e, appunto, Veneto (254). Inoltre la cabina di regia ha sancito il passaggio in rosso anche per la Calabria (che ha un Rt superiore a 1,25) e la Toscana.