Covid, Università di Padova: ecco come si trasmette il virus con e senza mascherina

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Uno studio, Modelling the direct virus exposure risk associated with respiratory events, condotto da un team di ricerca internazionale che include Università di Padova, Udine, Vienna e Chalmers, dimostra che è possibile quantificare il rischio di contagio da Covid-19 in funzione della distanza interpersonale, della temperatura, dell’umidità e del tipo di evento respiratorio considerato.

Quando si parla senza mascherina, infatti, le goccioline infette emesse possono raggiungere oltre un metro, fino a 3 metri per un colpo di tosse mentre starnutendo raggiungono i 7 metri. Con le mascherine chirurgiche e Ffp2 il rischio di contagio diventa praticamente trascurabile sia che si parli, che si tossisca o starnutisca.

I virus, come il Sars-Cov-2, passano da un individuo infetto a uno sano tramite la trasmissione di goccioline salivari emesse parlando, tossendo o starnutendo.
L’emissione di goccioline salivari avviene tramite la formazione di uno spray di goccioline spinto dall’aria espirata: le gocce nel loro moto evaporano, si depositano o restano sospese. Quelle più grandi e pesanti cadono prima di evaporare mostrando un moto balistico (droplet), mentre le più piccole evaporano prima di cadere e tendono ad essere trasportate dal fluido (airborne).

Dall’applicazione del modello per la stima del rischio di contagio studiato dal team guidato da Francesco Picano del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Padova, si capisce che non esiste una distanza di sicurezza “universale” in quanto essa dipende dalle condizioni ambientali, dalla carica virale e dal tipo di evento respiratorio.

La ricerca, pubblicata sul «Journal of the Royal Society Interface», utilizzando i più recenti dati sperimentali sulla riduzione dell’emissione di goccioline ad opera delle mascherine, ha testato il modello per quantificare come i dispositivi di protezione individuale abbattano il rischio di contagio: l’utilizzo della mascherina, chirurgica e ancor di più se Ffp2, si dimostra essere un eccellente strumento di protezione abbattendo il rischio di contagio che diventa trascurabile già a brevi distanze (circa un metro), indipendentemente dalle condizioni ambientali o dall’evento respiratorio considerato.