Fase 2, monito del Club Alpino Italiano agli escursionisti che tornano in montagna

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Con lo sblocco dell’attività sportiva e motoria all’aperto, anche in località lontane da casa – attenzione però al vincolo di rimanere nella regione di provenienza-, si concede di fatto il via libera agli escursionisti della montagna. Lo stesso Luca Zaia, governatore del Veneto, nella conferenza stampa di ieri ha citato a titolo l’esemplificativo l’arrampicata. Sull’argomento, dopo aver recepito la nuova ordinanza regionale in vigore da oggi per la Fase 2, si esprime il Cai – Club Alpino Italiano – fornendo una serie di precisazioni e raccomandazioni.

Ricordando inoltre che i rifugi montani rimangono chiusi e i bivacchi vanno utilizzati solo in caso d’emergenza, non potendo essere soggetti a controlli sanitari. “Nessuno intenda la possibilità di tornare alle nostre montagne come la fine dell’epidemia o il ritorno alla normalità, non gettiamo dalla finestra 50 giorni di sacrifici“. Ordinanza in pugno, un picnic in famiglia o tra amici, innanzitutto, non è da considerarsi un’attività sportiva o motoria, a differenza del trail, della camminata in quota, nordic-walking e dell’arrampicata per citare alcune discipline che si praticano sulla fascia alpine e prealpina.

Questa è solo la premessa espressa nero su bianco dal presidente regionale del Cai Renato Frigo, che invita tutti a “prudenza e gradualità”, evidenziando le condizioni chiave per poter recarsi – con mezzi propri o pubblici – in ambienti di montagna. Alle raccomandazioni consuete rivolte a chi affronta un’escursione (esperienza e attrezzatura adatte, evitare di muoversi in solitudine, fornire indicazioni sull’itinerario in programma), si aggiungono le precauzioni dettate dal rispetto delle norme anti contagio.

“Per chi vuole ritornare a fare attività fisica in ambiente alpino – specifica Frigo – è richiesto un approccio prudente attento e rigoroso”. Questo il vademecum di regole da rispettare:
• “è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo
individuato per svolgere tali attività”;
• nel mezzo privato possono trovare posto solo le persone conviventi senza limite di
distanza, per tutti gli altri deve essere rispettato il limite di 1 m.
• mantenere la distanza sociale di almeno 1 m;
• divieto di assembramento;
• obbligo di essere dotati di mascherina da indossare quando ci si avvicina alle persone,
e indossare i guanti o utilizzare un gel.

L’ultimo punto, come anticipato, riguarda la chiusura di tutti i rifugi alpini fino a nuovo ordine e il divieto di utilizzo dei bivacchi di montagna per le escursioni programmate, salvo situazioni di emergenza. In casi di questo tipo, vige l’automatica assunzione di responsabilità per gli utenti in relazione al rischio di contagio da Covid-19, non trattandosi di strutture controllate nè sanificate. “In ogni caso – conclude il portavoce del Cai – la prudenza da parte di tutti rappresenta un segno di rispetto nei confronti dei soccorritori che intervengono in caso di incidente mettendo a rischio la propria salute”.