Furbetti del bonus, Lega: saltano il vicepresidente veneto Forcolin, Montagnoli e Barbisan

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In casa Lega volano le prime teste anche in Veneto dopo le indiscrezioni sui politici che nonostante possano contare su stipendi nell’ordine dei dieci mila euro al mese, hanno fatto richiesta del bonus per le partite Iva in difficoltà a causa del lockdown imposto dall’epidemia da Covid-19.

La prima poltrona a saltare è illustre, perché è quella del vice di Zaia: il vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin. Ecco di seguito il suo comunicato integrale.

Ho deciso di dare le mie dimissioni da Vicepresidente, assessore e consigliere regionale per il rispetto che ho nei confronti dei veneti che mi onoro di rappresentare. Ho comunicato la mia decisione al Presidente Zaia, con cui da anni lavoro con lealtà ed onestà. Ho deciso inoltre di non ricandidarmi alla carica di Consigliere, perché credo sia giusto che in campagna elettorale si torni a parlare della straordinaria legislatura che sta terminando e non del sottoscritto.

A testa alta e con la schiena dritta ho preso questa decisione, nonostante non abbia percepito nessun bonus e la richiesta mai perfezionata sia partita di default dallo studio. Sono fortemente amareggiato dalla violenza mediatica e dalla macchina del fango che mi ha investito in questi giorni, ma sono allo stesso tempo orgoglioso e consapevole di aver lavorato in tutti questi anni con onestà e trasparenza, sempre per il mio territorio, sempre per i Veneti.

Ringrazio il Presidente Zaia per la stima e la fiducia che ha riposto in me in questi anni, come pure i colleghi di giunta e consiglio e i tantissimi militanti e cittadini comuni che in queste ore mi stanno dimostrando una vicinanza e un affetto che scaldano il cuore. Infine, ma non ultimo, un grazie alla mia famiglia perché i ruoli cambiano, le cariche passano, ma i valori e gli affetti  quelli per fortuna non passano mai.

Oltre al veneziano Forcolin, dopo aver parlato col presidente Luca Zaia sono fuori dalle liste anche gli altri due consiglieri regionali della Lega coinvolti nello scandalo: il trevigiano Riccardo Barbisan e il veronese Alessandro Montagnoli. Come spiega l’Ansa, si sono dimessi e non saranno ricandidati. “Per me – dice Zaia – la vicenda è chiusa. Rispondo per la mia amministrazione e ai cittadini ho dato una risposta”.

Ora in seno alla Lega veneta – già in difficoltà a chiudere le liste elettorali per un eccesso di candidature – si apre la partita della sostituzione di questi tre nomi pesanti nelle candidature, con un confronto che si prospetta ancora più serrato fra “zaiani” e “salviniani”.