Padova, eccezionale maratona di trapianti: sette vite salvate in 36 ore

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“Per la sanità veneta è stato un week end meraviglioso. Lottiamo per prevenire e curare il Covid, ma non arretriamo su nessun altro fronte. Un riconoscente ringraziamento ai trapiantisti padovani, alle decine e decine di uomini e donne che hanno trascorso il fine settimana a salvare vite e a ridare un futuro a chi non ne aveva”.

Lo dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in relazione all’eccezionale maratona chirurgica che ha visto eseguire sette trapianti d’organo in altrettanti pazienti.  La catena di interventi ha visto impegnati oltre 120 sanitari per 36 ore: sono stati effettuati due trapianti di fegato, due di polmone, uno di cuore, uno di rene e pancreras, uno di solo rene, per sette pazienti e sette donatori. Diverse le equipe di professionisti in campo con anestesisti, chirurghi di più discipline di cui oltre 60 sanitari alternatisi in più sale operatorie nel fine settimana a partire dalla mattinata di sabato 17 luglio a domenica 18 luglio.

“Le capacità cliniche dei nostri chirurghi – aggiunge Zaia – sono note in tutto il mondo ma, quando si parla di trapianti, c’è dell’altro: una macchina complessa e perfetta, che coinvolge cento persone per ogni processo di donazione e trapianto, che parte da un centinaio di telefonate che si intrecciano, dal doloroso processo che porta all’assenso dei famigliari del donatore, dall’immediata disponibilità di tutti i sanitari coinvolti, dall’attivazione delle equipes. E quando in sala operatoria si accendono le luci, l’impresa è compiuta. La precisione di un orologio svizzero non basta. Serve di più”.

La conferenza stampa di presentazione dell’eccezionale intervento

“In questo caso c’è poi un valore aggiunto di grande significato: al nostro Centro Regionale Trapianti risulta che tra i donatori ci siano anche persone venete. La strada per incrementare il procurement di organi e tessuti, e rispondere a liste d’attesa nazionali, è ancora impervia, ma con la generosità dimostrata da queste famiglie che hanno donato gli organi di un loro caro che non c’è più, essere ottimisti è d’obbligo”. I sette pazienti riceventi l’organo donato – sei italiani e uno di altra nazionalità – sono di età compresa tra i 35 e i 66 anni: sono attualmente monitorati, sotto stretta osservazione clinica, in fase post operatoria.