Portato via da un osteosarcoma a 19 anni. La squadra del Vicenza Amputati piange Samuele

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“Samy” non aveva mai rinunciato a sognare il proprio futuro, a vivere le sue passioni, ad affrontare con tenacia ogni ostacolo. Nonostante l’ultimo, un maledetto osteosarcoma che lo ha colpito ancora ragazzo, lo ha strappato alla vita a soli 19 anni di età in questi primi quanto tristi giorni di marzo per chi lo ha conosciuto.

Il suo nome nome è Samuele Cavallin, e frequentava la quinta superiore in un istituto per Geometri di Castelfranco Veneto. Era uno sportivo nell’anima, un atleta che ha praticato il calcio fin da bambino nei club della sua zona di residenza, per poi provare nei mesi recenti a rimettersi in gioco nel basket in carrozzina a Piombino Dese e nel calcio amputati (a Vicenza) dopo l’amputazione di una gamba in seguito alla malattia, diagnosticata nel 2019 quando aveva 16 anni. Nemmeno il sacrificio di un arto, la gamba sinistra purtroppo, gli ha consentito di sopravvivere ad una forma maligna di neoplasia che aggredisce le ossa.

La costernazione per il destino a cui è andato incontro il giovane trevigiano di Loreggia ha travalicato i confini di provincia, colpendo al cuore anche i colori biancorossi. Lo si vede ritratto in foto, sorridente, con indosso la maglia biancorossa del Vicenza Calcio Amputati, portando lo scudetto tricolore, la formazione più forte d’Italia e ai vertici in Europa con cui il 19enne aveva iniziato un percorso di allenamenti che lo avrebbe portato ad entrare a tutti gli effetti in squadra. Da difensore come ruolo, anche qui dimostrando quella tenacia data dalla “stoffa” di chi non si arrende mai nemmeno di fronte a un avversario infido e a volte insuperabile, come nel caso di Samuele. Finché le condizioni di salute hanno retto e compatibilmente con i cicli di chemioterapia il ragazzo non si è mai fermato, fino a quando quel male subdolo lo ha privato anche di questa passione, fino all’aggravarsi più recente e la morte sopraggiunta domenica all’ospedale di Camposampiero nel Padovano.

A piangere Samuele e confortare i suoi familiari sono i compagni di scuola del “Martini” di Castelfranco, la comunità intera di Loreggia che si prepara per riservare l’addio allo stadio del paese e i tanti ragazzi come lui incontrati sui campi di pallone. Lascia nel dolore più incommensurabile in questi giorni di lutto i genitori Mara e Paolo e il fratello Nicola, le due nonne Silvana e Samuela, che insieme accompagneranno il feretro del proprio caro domani pomeriggio, al centro di quel prato verde dove “Samy” rincorreva avversari, palloni e sogni sin da bambino. Stasera alle 20.45, invece, la recita della veglia di preghiera nella casa del Signore locale.

Samuele ritratto in un momento di pausa nel corso di un allenamento con la squadra biancorossa di Vicenza Calcio Amputati
L’icona di un cuore rosso spezzato campeggia sul profilo del club sportivo per calciatori con disabilità che il 19enne aveva iniziato a conoscere e frequentare. “Ciao Samuele – è il post apparso ieri – ci siamo visti solo per qualche allenamento, ma eri nei nostri pensieri e volevamo sempre sapere come stavi. Attendevamo e nutrivamo la speranza che un giorno potessi scendere in campo insieme a noi e potessi prenderti la tua rivincita. La malattia è stata crudele con te e ti ha portato via davvero troppo presto. Riposa in pace piccolo angelo”.
Un particolare dell’annuncio funebre, con sullo sfondo un giovanissimo Samuele nel corso di una partita
Dal sindaco di Loreggia, parole significative all’indomani della morte del ragazzo. “Ci tengo ad onorare la grande voglia di vita e l’esempio che questo ragazzo è stato e continuerà ad essere per tutti noi – ha scritto Fabio Bui, il primo cittadino -. Samuele lascia senza dubbio un enorme vuoto, ma anche una preziosa lezione, non arrendersi mai, neppure di fronte alle difficoltà più grandi che la vita ci pone davanti. L’anno scorso abbiamo per questo voluto conferirgli il premio Leonardo, con cui la città di Loreggia omaggia i suoi giovani che si distinguono per meriti sociali, culturali o sportivi”.