Prima seduta del consiglio regionale. Zaia eletto presidente: “Non voterò alcun provvedimento”

Prima seduta oggi per il nuovo Consiglio regionale del Veneto, fra l’emozione degli eletti per la prima volta e la calma di quelli per cui è stato solo un ritorno dopo circa un mese. L’appuntamento con la prima seduta della 12esima legislatura regionale a palazzo Ferro Fini era per le 15 e ha visto l’elezione di Luca Zaia a Presidente dell’Assemblea legislativa: proposto dalla maggioranza, è stato votato con la maggioranza qualificata a scrutinio segreto: 34 voti validi e 17 schede bianche.

“Porto la mia lunga esperienza e sento forte la responsabilità del mandato che mi è stato conferito dai cittadini – ha esordito il neoeletto Presidente del Consiglio regionale –. La responsabilità di produrre leggi ed eventualmente di emendarle per migliorare la vita dei Veneti. Ringrazio la maggioranza che ha proposto il mio nome e auguro buon lavoro a tutti. Iniziamo oggi un nuovo corso: auspico che questa nuova Presidenza possa dichiararsi terza rispetto al dibattito in corso a garanzia di tutti i consiglieri: non voterò alcun provvedimento“.

Di seguito, sempre con votazione a scrutinio segreto, sono stati eletti gli altri componenti del nuovo Ufficio di Presidenza. Vicepresidenti sono stati eletti il consigliere vicentino Francesco Rucco, con 34 voti, proposto dalla maggioranza, e il consigliere Andrea Micalizzi, con 17 voti, espressione della minoranza. Consiglieri Segretari sono stati eletti Jacopo Maltauro, con 34 voti, proposto dalla maggioranza, e Anna Maria Bigon, con 17 voti, espressione della minoranza.
Come da regolamento, la prima seduta del Consiglio è stata presieduta pro tempore, fino alla votazione di Zaia, dal consigliere più anziano, Riccardo Szumski, coadiuvato dai consiglieri più giovani, Jacopo Maltauro e Matteo Pressi. Al termine delle votazioni, il Presidente della Giunta regionale Alberto Stefani ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio regionale per la presentazione del nuovo Esecutivo e del programma di governo: l’appuntamento è fissato per giovedì 18 dicembre, alle 9.30.

Il saluto di Stefani a Zaia
“Rivolgo a Luca Zaia i miei più sinceri complimenti, sul piano istituzionale e su quello umano, per l’elezione alla guida del Consiglio regionale del Veneto. Il consigliere più votato dai veneti alla guida del Consiglio regionale è un segnale forte di ascolto della volontà espressa dai cittadini che sono andati alle urne e un grande viatico per una legislatura nella quale più forte sarà la coesione e la collaborazione tra Giunta e Consiglio, maggiori saranno i risultati che potremo raggiungere per far crescere ancora di più il nostro Veneto”. Con queste parole, il Presidente della Regione, Alberto Stefani, commenta, “con grande soddisfazione” l’elezione di Luca Zaia alla guida del Consiglio regionale.

“Zaia – aggiunge Stefani è stato perdipiù eletto al primo scrutinio, che richiedeva la maggioranza qualificata: un altro segnale importante di compattezza e coesione della maggioranza e della stima, della fiducia nella persona del neo Presidente. Con Zaia – conclude Stefani – terrò un rapporto costante di contatto, confronto e collaborazione, sia per la stima che c’è tra noi, sia per la necessità di partire al più presto con il lavoro concreto sulle molte sfide che ci attendono. Auguro buon lavoro a Zaia, ai Vicepresidenti Francesco Rucco e Andrea Micalizzi, ai Consiglieri Segretari e ai componenti di tutti i Gruppi Consiliari. Auspico che tutti lavoreranno nell’interesse dei veneti e mi auguro che questo Consiglio sarà un luogo di confronto vero, schietto e leale”.

Le polemiche di Brescacin e Berlato
Primo Consiglio Regionale e prime polemiche: ad innescarle Sonia Brescacin (Lega) e l’escluso Sergio Berlato (Fratelli d’Italia). Brescacin ha annunciato di lasciare il gruppo della Lega per aderire al gruppo misto, pur annunciando fedeltà a Stefani e il rispetto del mandato degli elettori che l’hanno votata. Dietro potrebbe esserci la scelta di Stefani di preferirle, al sociale, l’altra leghista trevigiana eletta, Paola Roma. Brescacin è stata infatti per cinque anni residente della Commissione Sanità e Sociale della Regione Veneto.

Su un versante più vicentino e di Fratelli d’Italia, è il grande escluso Sergio Berlato a dire che gli è andata di traverso la nuova giunta. Il motivo? La sottorappresentanza, in fatto di assessori, dei “fratellini” vicentini in giunta, cosa che gli ha di fatto impendito di sedere a palazzo Ferro Fini come consigliere regionale (chi diventa assessore, infatti, “libera un posto” in consiglio e quello sarebbe toccato a lui. A Rucco è andata infatti la vicepresidenza, una scelta che sarebbe stata voluta proprio da Stefani per evitare l’ingresso in consiglio di Berlato, politico navigato ma abituato a giocare per sè. “Molti si riempiono la bocca in politica evocando spesso l’elogio alla meritocrazia come metodo per premiare chi ha conseguito risultati oggettivamente riscontrabili. “Quali criteri meritocratici sono stati utilizzati dai vertici del Partito per garantire il più equamente possibile la rappresentanza di tutte le province venete in Giunta regionale ed in Consiglio regionale del Veneto?”, si chiede piccato l’europarlamentare FdI.

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