Sciopero per la Palestina: migliaia in piazza in Veneto e nel Vicentino. Marghera, idranti in azione


“Immagina che stanno vivendo una vita che non riesci a sopportare di guardare sul tuo telefono”. Sta in questa frase il senso della mobilitazione pro-Palestina oggi in Veneto. Migliaia di persone sono scese in piazza oggi in diverse città del Veneto per manifestare solidarietà alla popolazione palestinese e chiedere lo stop al genocidio in corso a Gaza. La mobilitazione più imponente, circa ventimila persone, si è svolta a Marghera, dove un lungo corteo partito da Piazzale Giovannacci ha cercato di raggiungere l’ingresso del porto commerciale, con l’obiettivo dichiarato di bloccare l’accesso alle merci.
All’appello dei sindacati di base (Usb, Adl Cobas, Cobas scuola, Cub) hanno risposto migliaia di manifestanti provenienti da tutto il Nord Est: studenti, lavoratori, attivisti dei centri sociali e collettivi antimilitaristi. Lo slogan principale — “Gaza sta bruciando. Blocchiamo tutto” — ha caratterizzato cartelli, striscioni e cori lungo l’intero tragitto del corteo. Altri messaggi visibili: “Nessuna merce complice del genocidio”, “Stop armi a Israele”, “Fermare il massacro, ora”.
Il corteo, lungo quasi due chilometri, ha marciato compatto verso la zona industriale di Marghera, cercando di superare il varco doganale in via dell’Azoto. Le forze dell’ordine, già schierate in assetto antisommossa, hanno impedito l’ingresso con un massiccio cordone e l’uso di idranti, nel tentativo di disperdere i manifestanti che cercavano di bloccare fisicamente le vie d’accesso al porto. Ripercussioni si son avute sulla viabilità, con rallentamenti nella zona industriale e nei trasporti pubblici del Veneziano. Per tutta la mattinata, come in altre città d’Italia non si sono registrati disordini, poi, nel pomeriggio, c’è stato qualche momento di tensione, quando i manifestanti dopo tre ore di presidio al porto hanno chiesto di poter affiggere uno striscione e sono avanzati ma sono stati respinti dagli idranti della polizia. “Abbiamo promesso un blocco e un blocco stiamo per fare – hanno ribadito i manifestanti al microfono -. Le catene del genocidio, le catene belliche, le armi che partono dai nostri territori vanno bloccate”. L’azione era stata fermata inizialmente dai medici seduti a terra. Poi, dopo l’uso degli idranti, il corteo è indietreggiato e verso le 15 i manifestanti hanno iniziato a lasciare il porto.
I promotori della manifestazione denunciano la “complicità del governo italiano” con il conflitto in Medio Oriente e il continuo commercio di armi con Israele. “Da mesi denunciamo il ruolo strategico del porto di Marghera nell’invio di materiali bellici – spiegano alcuni attivisti – e oggi abbiamo deciso di fermarlo simbolicamente e concretamente”.
Anche nel Vicentino si sono registrati oggi presidi, in particolare a Vicenza e Bassano del Grappa. Nel capoluogo gruppi studenteschi e reti civiche hanno tenuto assemblee pubbliche e flash mob, in particolare nella zona universitaria e in piazza Matteotti, con interventi al megafono e striscioni solidali. Il coordinamento nazionale delle realtà promotrici ha annunciato una nuova giornata di sciopero generale il 10 ottobre, con mobilitazioni previste anche a Milano, Genova e Roma.
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