Tornano freddo e neve, imbiancato l’Altopiano: ma le piogge non bastano

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Se non fosse che il calendario dichiara già inequivocabilmente ormai la metà di aprile, si potrebbe dire che l’inverno è alle porte. Tutta colpa di una vasta depressione di matrice artica responsabile, soprattutto nella giornata di ieri, di un generale abbassamento delle temperature che ha riportato la neve sulle Prealpi, con fiocchi generalmente dai 900 metri e piogge battenti in pianura.

E così che mentre il Veronese, alcune zone del Padovano e del Rodigino venivano colpite da

temporali anche con grandine, nel Vicentino a farla da padrone specie nel pomeriggio è stato un forte vento freddo: neve invece nell’Altopiano dei Sette Comuni con qualche centimetro cumulato tra Asiago e Gallio.

Ma in generale un corollario di cime bianche dal Pasubio al comprensorio del Grappa: nevicate che nelle Dolomiti e in alcune aree del bellunese oltre i 1400/1500 metri hanno lasciato al suolo una coltre di oltre 20 centimetri.

Per i prossimi giorni intanto il tempo rimarrà instabile: non sono previste grandi precipitazioni, ma almeno fino alla giornata di domenica le nuvole si alterneranno a qualche sprazzo di sereno, mentre le temperature rimarranno leggermente al di sotto della media del periodo. Permane invece il problema del deficit idrico: mancano le piogge più durature in grado di ridare fiato a bacini e falde ormai in sofferenza da mesi. Parentesi fredda a parte, un tema che preoccupa stante ormai la bella stagione ormai in vista.

Pericolo valanghe: come sottolineato da Arpav, ritorna marcato il pericolo di valanghe, in modo localizzato e nelle zone più esposte: potrà interessare temporaneamente la viabilità in quota e le aree sciistiche attrezzate. Dove gli spessori di neve fresca saranno maggiori e il vento determinerà depositi significativi, i distacchi di valanghe potranno essere di grandi dimensioni. Con la nuova neve molti percorsi scialpinistici ritorneranno facilmente percorribili ma sarà richiesta una buona capacità di valutazione locale del pericolo, specie in quota, per la presenza di depositi di neve ventata che si formeranno in tutte le esposizioni ma in particolare in prossimità di creste e forcelle.