Trasporto scolastico: procede il lavoro sui piani provinciali per il ritorno a scuola

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Una calca su un autobus scolastico nell'autunno 2020.

La questione dei trasporti pubblici degli studenti rimane “la” questione che condiziona il ritorno a scuola degli studenti delle scuole di secondo grado, dopo il fallimento della programmazione estiva, che si è rivelata insufficiente per garantire un trasporto in sicurezza agli studenti.

“Abbiamo messo a disposizione dei Prefetti il lavoro che come Regione abbiamo svolto nelle settimane scorse attraverso l’attivazione dei tavoli di coordinamento provinciali per programmare in anticipo le azioni da attuare in vista della riapertura ‘in presenza’ il prossimo 7 gennaio delle attività scolastiche. È sicuramente un’ottima base di partenza per le Prefetture, incaricate dal nuovo Dpcm di coordinare il trasporto scolastico, al fine di individuare le soluzioni che garantiscano il ritorno sui banchi degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado”.

Lo ha detto la vicepresidente e assessore ai trasporti della Regione del Veneto, Elisa De Berti. “Dai nostri approfondimenti e analisi – spiega De Berti – emerge la necessità, al fine di consentire il rientro a scuola del 75% degli studenti, cioè 160 mila su 213 mila in tutto il Veneto, e nel contempo un utilizzo non superiore al 50% della capienza dei mezzi di trasporto, di almeno altri 802 bus, dei quali 771 messi a disposizione dai privati. Da notare che questi ultimi potranno trasportare solo 25 persone alla volta, in quanto sono omologati solo per posti a sedere. Inoltre, abbiamo indicato in 227 il numero delle nuove assunzioni di personale da adibire alle attività di controllo ‘antiassembramento’ nelle aree più critiche, come ad esempio le stazioni e le fermate”.

I Prefetti da oggi a lunedì prossimo convocheranno i tavoli provinciali e successivamente invieranno al Ministero dei trasporti il piano di ognuna delle Province. “Abbiamo quantificato in oltre 31 milioni di euro la spesa complessiva derivante dal potenziamento dei servizi nel Veneto – ha concluso la vicepresidente –, della quale dovrà farsi carico lo Stato, non disponendo le Regioni delle necessarie risorse. Questa cifra deriva dalla moltiplicazione per cinque mesi, vale a dire il periodo residuo dell’anno scolastico da gennaio a maggio 2021, del costo dei mezzi, che è di circa 5,8 milioni di euro al mese, e del costo dei nuovi assunti, che ammonta a oltre 480 mila euro al mese”.