Turismo in alta montagna, arriva l’ok “panoramico” della Regione per strutture oltre i 1.600 metri

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La "Starlight Room" sulle Dolomiti nei dintorni di Cortina d'Ampezzo (immagine dal sito Veneteosecrets.it)

Promozione turistica sulle alte montagne venete, valorizzazione del paesaggio naturale ed ecosostenibilità ambientale trovano un punto di contatto nella decisione assunta ieri dalla Regione che “abbatte” il limite dello standard dei 1.600 metri di altitudine per la realizzazione di nuove strutture con le cosiddette “stanze panoramiche”. Una novità rilevante dal punto di vista concreto del turismo ecocompatibile in Veneto, che in epoca moderna quando si parla di paesaggi mozzafiato tra vette e valli rimanda al concetto di “turismo emozionale“.

Un primo passo sotto forma di disegno di legge che apre ad un percorso di modifica delle leggi in vigore e alla possibilità di dare vita a nuove malghe, rifugi e bivacchi alpini al di sopra della soglia massima precedentemente imposta dalla normativa urbanistica regionale, nel rispetto comunque alcuni parametri tecnici predefiniti.

Nessun “Far West”, insomma, ma un’apertura graduale che dovrebbe favorire investimenti in alpeggio e l’attrazione delle montagne nostrane secondo criteri orientati alla tutela del paesaggio e della natura. Tra i “paletti” imposti dal nuovo testo deliberato ieri in Giunta Regionale, la previsione di un numero massimo di due strutture nell’ambito dello stesso territorio comunale montano, anche se appartenenti a strutture ricettive destinate al pubblico di diversa tipologia.

Le stanze panoramiche consentono al turista di osservare in modo particolarmente ampio il paesaggio circostante o come altro esempio il movimento degli astri nel cielo, grazie alle superfici vetrate più grandi rispetto alle finestre dei normali locali delle strutture ricettive, secondo il principio di una più diretta immersione negli ambienti naturali in cui sono collocate. “Con il disegno di legge – si legge nella nota a margine della notizia – continua pertanto l’opera di perfezionamento della normativa turistica regionale, per mantenerla il più possibile allineata alle esigenze degli operatori e dei turisti, ma sempre in un’ottica di particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio”.

Questo punto ed altri sono contenuti nel documento approvato martedì e quindi trasmesso al Consiglio regionale per la prosecuzione dell’iter legislativo, che andrà nelle intenzioni a modificare l’attuale articolo 27 ter sulle “Strutture ricettive in ambienti naturali”, contento nella legge regionale del 14 giugno 2013 (numero 11) su “Sviluppo e Sostenibilità del Territorio”. “Con questa proposta di modifica normativa – ha spiegato il Presidente della Regione Luca Zaia – insistiamo nel favorire l’innovazione dell’offerta turistica in forma ecosostenibile e comunque di basso impatto, così da permetterle di intercettare la crescente domanda di turismo emozionale, ossia di quello specifico segmento del turismo che si va sempre più affermando in tutto il mondo e che risponde all’esigenza dei turisti di vivere emozioni intense e durature in un più genuino rapporto con la natura”.

“In tal senso – precisa l’assessore al Turismo Federico Caner – è previsto, per favorire la diffusione territoriale di tutte le strutture ricettive in ambienti naturali, che esse, al pari di malghe, rifugi e bivacchi alpini, possano essere realizzate anche sopra il limite di 1600 metri posto dall’attuale normativa urbanistica regionale. Oltre a tale modifica generale, va poi segnalata l’introduzione di un’ulteriore tipologia di struttura ricettiva in ambienti naturali: le “stanze panoramiche”, che sono stanze di vetro e legno o altro materiale, anche innovativo, ecosostenibile o comunque di basso impatto, collocate stabilmente sul suolo, caratterizzate da un elevato rapporto tra superficie finestrata e quella del pavimento, con particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio circostante”.