1° giugno sciopero nel trasporto pubblico locale: disagi per studenti e cittadini

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Un autobus in partenza (foto d'archivio)

Domani 1° giugno autoferrotranvieri e internavigatori del Veneto scioperano (come nel resto d’Italia), rivendicando “il loro legittimo diritto al riconoscimento economico relativo al triennio pregresso e al rinnovo del Contratto Nazionale, scaduto da oltre tre anni, chiedendo inoltre che si proceda ad un reale ammodernamento delle norme contrattuali al fine di avere un reale miglioramento della sicurezza sul lavoro, della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e per contrastare l’abbassamento dei salari”, come recita il comunicato unitario di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.

Lo sciopero è stato convocato dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna a causa del mancato rinnovo del contratto nazionale di categoria. Le organizzazioni sindacali chiedono “una profonda riforma del settore, che favorisca le aggregazioni tra le aziende e che migliori la qualità del servizio e del lavoro”.

“Malgrado le consistenti risorse stanziate dal Governo – è scritto nella nota – i provvedimenti legislativi che si sono susseguiti per fronteggiare gli impatti negativi della pandemia sulla domanda di mobilità valgono circa 2,8 miliardi di euro in favore delle aziende, le rappresentanze aziendali continuano a sostenere proposte irricevibili e a negare a lavoratrici e lavoratori del trasporto pubblico locale il rinnovo del contratto di lavoro di settore, ancor più motivato dal fatto di non aver mai interrotto la loro attività a garanzia del diritto costituzionale alla mobilità di tutti i cittadini italiani, anche nei momenti più difficili dell’emergenza sanitari”.

“Se l’atteggiamento di Asstra, Agens e Anav, e delle aziende che esse rappresentano, non cambierà immediatamente – conclude il comunicato – la protesta proseguirà con sempre maggiore forza e convinzione, attraverso tutte le azioni che le norme ci consentiranno nella consapevolezza che purtroppo il disagio maggiore sarà come sempre sulle spalle dei lavoratori, che ne dovranno sopportare il sacrificio economico, e dei cittadini che ne soffriranno l’impatto sulla loro libertà di movimento. Le aziende non devono continuare ad ignorare le esigenze dei loro dipendenti preoccupandosi esclusivamente della tenuta dei loro bilanci, dai quali probabilmente nei prossimi mesi potrebbero emergere risultati fortunatamente meno catastrofici di quanto qualcuno vorrebbe far apparire. Scioperiamo contro chi vuole mercificare i diritti e a favore del servizio pubblico di trasporto per la cittadinanza, per il miglioramento e salvaguardia dell’ambiente”.