Accordo-vaccini tra farmacie e Regione: 120 in provincia e i tamponi giù a 22 euro

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Nella sola provincia berica saranno 120 le farmacie che si dichiarano favorevoli e pronte a integrare la campagna vaccinale in corso in Veneto, a patto di utilizzare (per ora ) solo i prodotti AstraZeneca o se di preferisce Vaxzevria e Johnson & Johnson, per ragioni legate alla più agevole conservazione rispetto a Pfizer e Moderna. Entrambi i primi due citati in Italia sono “raccomandati” per la fascia d’età che va dai 60 anni in su. Un altro punto importante il “ritocco” del costo dei tamponi rapidi a 22 euro, anzichè 26.

A ufficializzare l’accordo siglato oggi, fornendo le prime indicazioni per quanto riguarda il territorio vicentino è Giovanni Battista Scaroni, presidente di Federfarma provinciale. L’intesa assume valenza immediata, in tutta la regione, con via libera quindi già dalla prossima settimana una volta acquisite le prime forniture di dosi dedicate. Dal Governo a livello nazionale sono stati stanziati 25 milioni e 300 mila euro – da ripartire tre gli enti regionali, come reso noto dall’assessore alla Sanità Lanzarin. Al Veneto ne toccheranno circa 4 milioni, sufficienti per la copertura di 380 mila dosi, con calcolo comprensivo dei compensi ai farmacisti.

Tutte le aderenti dovranno ora dare conferma ufficiale oppure fare un passo indietro, prima di stilare la lista dei punti di somministrazione “privati” disponibili nei comuni del Vicentino. “Mentre nelle ultime settimane si definivano i punti salienti, come Federfarma ci siamo già mossi per raccogliere le disponibilità di massima delle farmacie – sottolinea il presidente provinciale -, sempre con l’obiettivo di guadagnare tempo e farci trovare pronti. Ora mancano solo alcuni dettagli operativi, ma ritengo che potremo iniziare già entro i primi giorni di maggio. L’unico punto interrogativo riguarda la disponibilità delle dosi: sarebbe un peccato avere lavorato tanto, essere arrivati ad un accordo importante per poi non poterlo sviluppare in tutto il suo potenziale per carenza della materia prima”.

Giovanni Battista Scaroni, farmacista bassanese

L’intesa sottoscritta con la Regione Veneto prevede che possano essere vaccinati dai farmacisti tutti i cittadini che non presentano particolari fattori di rischio (per i quali dunque risulteranno negative tutte le risposte ai quesiti definiti nel “modulo standard di triage prevaccinale”): diversamente il candidato dovrà essere dirottato presso i Centri Vaccinali per la Popolazione gestiti direttamente da Ulss 7 e 8 oppure dal proprio medico di famiglia. Le farmacie, inoltre, saranno collegate all’anagrafe vaccinale regionale grazie ad una app appositamente sviluppata. Altro punto importante dell’accordo fresco di firma è la previsione di una formazione “sul campo”, presso i punti i Centri Vaccinali di Popolazione, con il supporto degli operatori delle aziende socio-sanitarie, fermo restando la partecipazione ad uno specifico corso di formazione, già completato da centinaia di farmacisti di tutto in Veneto.