Al volante ubriaco senza avere la patente: multe per 6 mila euro a un 19enne

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Una vettura della polizia locale Vicenza

Un giovane di 19 anni forse mirava a battere qualche record in termini di infrazioni commesse in un “colpo” solo, dopo essere stato fermato dalla polizia locale del capoluogo berico alla mezzanotte di sabato, in via Ca’ Balbi e diretto verso viale della Pace. Era ubriaco e, per giunta, senza il permesso di guida, oltre a gironzolare per la città in un orario che fino a ieri a mezzanotte non era consentito.

Il giovane poco incline al rispetto delle regole ha cosi “collezionato” una denuncia per guida in stato di ebbrezza, il fermo del suo veicolo per 100 giorni (tre mesi e mezzo) che potrà anche essere confiscato in via definitiva, oltre a 5.100 euro di multa per l’assenza della patente e altri mille euro circa per il tasso alcolico come sanzione amministrativa e il mancato rispetto dell’orario in vigore di “coprifuoco”.

Una pattuglia della polizia locale, nel corso del servizio serale, si è imbattuta nella vettura condotta da un giovanotto. Ad insospettire gli agenti sarebbe stata l’andatura incerta del mezzo, che non procedeva in maniera lineare. Una volta intimato l’alt il 19enne – H.B. le sue iniziali rese note dal comando berico – si è dimostrato visibilmente alticcio e si è rifiutato di sottoporsi alla prova alcolemico.

Insospettiti dall’andatura incerta di quella vettura, gli agenti hanno imposto lo stop al conducente e, in quanto visibilmente alterato dall’alcol, lo hanno invitato ad eseguire la prova etilometrica. Pur ammettendo di aver ecceduto con sostanze alcoliche, il 19enne si è testardamente rifiutato di sottoporsi all’alcol test. Non certo una mossa accorta, che gli è valsa il medesimo provvedimento previsto per i rilevamenti di alcol nel sangue in alta concentrazione, con un’ulteriore sanzione.

Dal controllo sui documenti personali del ragazzo è emerso, inoltre, che lo stesso non aveva mai conseguito la patente di guida. A quel punto per il giovane “ribelle” non è rimasto che avvalersi dell’imbarazzante  “telefonata a casa” per tornare presso l’abitazione dove vive, in attesa di affrontare una trafila giudiziaria che si annuncia quanto mai lunga e dispendiosa per le sue tasche.