Anche le caldarroste sulla graticola di una campagna elettorale regionale furiosa


Che la campagna per le elezioni regionali stia mandando in tilt le redazioni dei giornali, sommerse da decine di comunicati ogni giorno su inaugurazioni, concessioni di contributi a pioggia, dichiarazioni e prese di posizione continue su “la qualunque”, è cosa nota. Che pure le caldarroste potessero finire in questa follia collettiva autunnale tutta veneta, era una cosa che ancora non si era vista. Una vicenda surreale, pompata senza ritegno a destra e a manca e che ora si sgonfia. Della polemica alla fine non resta nulla, nel giro di un comunicato stampa che spiega come tutta la colpa sia di un piccolo refuso di digitazione. Se non ci fosse da ridere, ci sarebbe da piangere.
La polemica
La storia è presto nota e inizia a fine settembre, quando il Comune di Vicenza per voce dell’assessora all’ambiente Sara Baldinato rende noto che dal primo ottobre tornano in vigore le disposizioni per la limitazione dell’inquinamento atmosferico previste nell’Accordo di Bacino Padano e dal Pacchetto di misure straordinarie approvate dalla Regione. Fra i punti, il mancato blocco degli euro 5 diesel (se non in caso di allerta arancio o rossa) e il divieto di fare barbecue e preparare caldarroste, da parte di attività all’aperto che utilizzano combustibili solidi, quando c’è l’allerta arancio o rossa. Attività invece consentite se effettuate da privati cittidini o nel caso di combustibile a gas.
Opposizioni scatenate
La minoranza in consiglio comunale va all’attacco della giunta Possamai e grida a difesa delle tradizioni venete: la denuncia arriva in sala Bernarda grazie alla consigliera di FdI, Simona Siotto e viene ripresa nei giorni scorsi anche da altri esponenti del centrodestra, fra cui l’ex sindaco di Vicenza (FdI, candidato alle regionali) Francesco Rucco, che accusa la sinistra cittadina di “bandire le caldarroste”. In breve tempo il caso diventa nazionale, con accuse di ecologismo talebano per l’amministrazione Possamai. La prima cittadina di Altavilla, Rossella Zatton, arriva a candidare il suo paese ad ospitare Franco Martin, storico “signore delle caldarroste” di viale Roma a Vicenza.
La Regione: “Abbiamo sbagliato, è un refuso”
Passano altre 24 ore e arriva il “mea culpa” della Regione (dello stesso colore delle opposizioni a Vicenza), che annuncia candida: “colpa nostra, era solo un errore nel testo”. Lo ha scritto con una nota inviata alla Provincia di Vicenza e trasmessa anche al Comune, la Regione, precisando che “in merito alla scheda E.7.a del Prtra (Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’atmosfera) relativa alla regolamentazione di falò, barbecue e fuochi d’artificio, che il riferimento alla preparazione di caldarroste effettuata da operatori economici contenuto nella scheda è un mero refuso”. Insomma, la preparazione di caldarroste all’aperto con biomasse solide è consentita non solo ai privati ma anche agli operatori economici e con qualsiasi livello di allerta della qualità dell’aria, mentre restano ferme le limitazioni ai barbecue “professionali” all’aperto che utilizzano combustibili solidi, nel caso di sforamento dei livelli arancio e rosso. “Il Comune – aggiunge la Regione in una nota stampa -, che è tenuto a seguire le indicazioni della Regione del Veneto, potrà procedere con la modifica dell’ordinanza non appena il Tavolo Tecnico Zonale provinciale recepirà la nota regionale.
Partito democratico contro Fratelli d’Italia
Pochi minuti dopo che si è diffusa la notizia si scatenano i candidati del Partito Democratico. “Era una dimenticanza – spiega la consigliera regionale uscente Chiara Luisetto – lasciata nel Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera approvato dalla giunta Zaia ad aprile 2025. Un errore della Regione, l’ennesimo dall’inizio del mandato. Come possiamo lasciare la nostra Regione a persone che agiscono con tanta superficialità? Qualche politico di destra ha attaccato l’ordinanza vicentina, senza sapere che è la Regione, governata da loro, che deve esprimersi sul tema. La destra si è contraddetta ma questo pasticcio, l’ultimo di una lunga serie, fa riflettere sulla modalità di governo, superficiale e senza visione, dell’attuale maggioranza”.
Le fa eco Antonio Marco Dalla Pozza, anche lui candidato dem in Regione: “Ci hanno fracassato le. castagne dicendo che la giunta di Vicenza di centro sinsitra voleva vietare le tradizioni, in realtà era un refuso della Regione. Non son neanche capaci di leggere le norme e mistificano le cose, è tempo di mandarli a casa”.
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