Apre partita Iva commerciando piante e fiori ma “si tiene” il reddito di cittadinanza

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

A fiorire nei mesi scorsi sono stati anche i guai per una commerciante ambulante di 30 anni, che secondo la Guardia di finanza di Vicenza si era scordata di comunicare l’apertura di un’attività di vendita di piante e fiori, ma non di incassare la quota mensile di reddito di cittadinanza precedentemente richiesta. E ottenuta. L’accensione della partita Iva ha confermato l’illecito con danno per il bene pubblico.

In tutto circa 12.500 mila euro incamerati però solo in parte in maniera indebita. Due mensilità secondo le indagini delle Fiamme Gialle mentre una terza è stata bloccata prima dell’erogazione concreta, e quindi per una quota di circa il 10% sul totale da restituire allo Stato attraverso l’ente erogatore, vale a dire l’Inps.

Per M.C., vicentina che risiede nel capoluogo, beneficiaria dal marzo 2019 del sussidio di cittadinanza, è scattata subito la denuncia con il contestuale blocco del contributo economico in essere e la richiesta di restituzione di quanto percepito senza titolo. In tutto 1.400 euro.  Secondo la documentazione raccolta e vagliata dai finanzieri vicentini, infatti, a partire dalla scorsa estate 30enne aveva del tutto legittimamente intrapreso una propria nuova attività di ambulante, omettendo però di darne l’obbligatoria comunicazione all’ente previdenziale.

Una dimenticanza o un ritardo in buona fede, se così si possono definire, difficilmente dimostrabile e durata per mesi, per alcuni mesi, mentre in conto corrente la somma veniva versata regolarmente, anche per legge il diritto avrebbe dovuto decadere automaticamente una volta avviata l’attività commerciale al dettaglio in proprio. La variazione della propria occupazione rispetto al documento di richiesta del sussidio andava prontamente resa nota per non incorrere in sanzioni.

Si tratta di uno dei 13 casi con indagini “autunnali” concluse dalla Guardia di finanza provinciale nel corso del mese di autunno scorso, con allerta scattata grazie ai software di controllo di dati incrociati che permettono di individuare le situazione di contrasto alle normative e, soprattutto, gli “incassi illeciti” di denaro pubblico.