Ciao Davide, il “gigante buono dagli occhi di ghiaccio”. Allo stadio l’addio al 22enne

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Certe notti, la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei“. Tra le canzoni scelte del repertorio musicale di Ligabue, Coldplay e l’Hallelujah di Leonard Cohen, questa strofa ha fermato il tempo per un attimo mentre, su un grande televisore appoggiato sull’altare, scorrevano per circa 15′ le immagini di vita piena di Davide Pilotto, il cui funerale è stato celebrata stamattina, ospitato nello stadio comunale di Caldogno. Il riferimento, immediato, è andato a quella terribile alba di mercoledì 5 agosto.

Una cerimonia durata ben oltre i 90′ a cui il giovane portiere era abituato sui campi di pallone, una sorta di seconda casa. Di fronte a quasi mille persone, sistemate sugli spalti della tribuna unica. Una ventina di sedie, invece, erano pronte in ordine sull’erba, riservate agli affetti più cari del 22enne morto mercoledì scorso all’alba nel torrente Orolo, in seguito ad uno schianto che ha frantumato la spensieratezza dell’estate di tanti giovani come lui, oltre alla serenità della della sua famiglia. Tra loro la mamma del piccolo Angel Gabriel, suo figlio di appena 6 mesi, arrivato a cerimonia in corso accompagnato dalla nonna su un passeggino e consegnato alle braccia proprio di Ibiza, accanto ai genitori di Davide, ai fratelli e agli altri parenti più prossimi. Uniti, per affrontare questo difficile passo. E unite più che mai anche due comunità, quelle di Caldogno e di Motta di Costabissara, dove il giovane viveva con la madre da alcuni anni.

“Questa qua, è per te, che non ti puoi spegnere”. Un’altra strofa tratta da Viva, canzone ancora di Ligabue, con la voce di Davide a rendere toccante il momento introduttivo al rito, in cui nessuno ha potuto distogliere gli occhi dal monitor, nonostante il riflesso del sole e quello del feretro proprio sullo schermo rendesse il carosello di foto quasi invisibile. Dove si sono alternate decine di immagini di “Pilo”, frammenti di vita, di feste di beata gioventù, di tornei estivi, di foto di squadra, e sorrisi, tanti luminosi sorrisi, con gli amici di sempre ma anche con i familiari, i suoi pilastri. E Luca, cresciuto con lui, e i piccoli fratelli coccolati da par suo. I primi a prendere la parola sono stati proprio gli Amici, quelli con l’iniziale maiuscola, che hanno condiviso una camicia bianca oltre al dolore incommensurabile per il precoce addio: “Sappiamo ciò che sei stato, eri energia pura, anche un po’ matto a volte, e sappiamo anche ciò che saresti diventato”. Questo uno dei passaggi della lettera di un portavoce del gruppo, giovani tutti stretti uno all’altro a sorreggersi in prima fila nel giorno del lutto più nero, in un grande abbraccio virtuale rivolto a Davide.

Lo sguardo si fissa poi su una maglia dai colori giallorossi, con un grande numero 1 stampato e il suo nome. Un omaggio della squadra della sua città d’origine, la Calidonense, per il ruolo di portiere che lo aveva accompagnato sin da bambino. Sugli spalti ragazzi come lui amanti del calcio, con le divise ufficiali, come quelle giallo sole del Maddalene a spiccavre in tribuna, il club con cui aveva stretto un forte legame negli anni migliori della giovinezza, prima di approdare lo scorso inverno all’Isola Castelnovo. Caldogno appunto e Malo, invece, le prime tappe nei settori giovanili.

Nell’omelia, il parroco che ha concelebrato il rito con altri cinque sacerdoti, ha ricordato l’amica Camilla, ancora ricoverata in ospedale. Per lei inizia ora la riabilitazione dopo le fratture multiple a bacino e femore riportare nell’incidente, ferite gravi le hanno impedito di essere presente. “Chiedo di ricordarla oggi e la salutiamo dal suo letto di ospedale – ha detto don Simone Stocco – ma lancio anche un appello a tutti voi: nessuno si senta autorizzato a giudicare, oggi, nè a sparare sentenze. Chi di noi non ha mai fatto tardi la sera, chi non ha trascorso una notte con gli amici sperando che non finisse mai, chi non ha mai commesso un errore? Facciamo il possibile per non aggiungere altro dolore, non giudichiamo ma comprendiamo, il tempo darà le risposte più avanti”.

Sotto un sole d’agosto, con una temperatura oltre i 30 gradi, i volontari della Croce Rossa hanno affiancato la sezione locale dell’Ana (Alpini) e la Protezione Civile per garantire assistenza e servizio d’ordine nel corso del funerale, con le pattuglia di Polizia Locale a vigilare. Tanti i ricordi e i messaggi letti dal pulpito eccezionale a centrocampo, toccante la deposizione di rose da parte di due dei fratelli di Davide, così come il lancio dei palloncini colorati, volati in cielo con su scritto “ti vogliamo bene”, “Ciao Pilus” e altre frasi sgorgate dal cuore alla penna. Poi, nella parte conclusiva, la parola ai familiari che se la sono sentita di affidare un pensiero ai presenti, compresa la madre, Eliana, capace di raccogliere la forza d’animo più remota per spalancare il cuore. “Ciao gigante buono, nostro armadio di muscoli e vitalità” lo hanno definito gli zii, poi sua mamma: “Insegneremo al tuo bambino a essere se stesso e a sorridere, gli insegneremo ad andare avanti sempre contro ogni ostacolo come ha fatto suo padre, ad essere leale e senza pregiudizi, a guardare il mondo diritto negli occhi. Gli stessi del gigante buono dagli occhi di ghiaccio, identici a quelli del suo papà Davide.”