Caso mense scolastiche: 100 mila euro sul… tavolo. “Scardinata una pessima abitudine”

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Non costituivano affatto degli avanzi, nè di cibo nè di bilancio, i centomila euro che gli uffici preposti ai servizi scolastici del Comune di Vicenza sono riusciti a recuperare negli ultimi mesi e depositare nelle casse comunali. Un “buco” ingente che riguardava mancati introiti relativi alle rette scolastiche delle scuole dell’infanzia del capoluogo. Sono circa mille le pratiche spulciate ed esaminate dagli impiegati. Qualche genitore ritardatario, sicuramente anche qualche “finto tonto”, a fianco di situazioni familiari di difficoltà oggettive, per le quali comunque sono già previste agevolazioni grazie all’interesse sei servizi sociali. Non quando, alla base dei mancati pagamenti, però, ci sono le pessime abitudini, così come evidenzia l’assessore alla formazione Cristina Tolio, che ieri ha comunicato al pubblico e commentato l’ottimo risultato raggiunto.

Quattro mesi di lavoro certosino e severo per regolarizzare una situazione progressivamente insostenibile, sia dal punto di vista meramente economico che etico. “Siamo andati a scardinare una pessima abitudine che sembrava consolidata – afferma il membro del governo cittadino -. Per chi invece ha effettivo bisogno troverà sempre l’aiuto di questa amministrazione. Ci sono le agevolazioni, c’è l’intervento dei servizi sociali per i casi più gravi. Ma ognuno deve fare la sua parte, perché dobbiamo passare dall’assistenzialismo alla consapevolezza dei diritti e doveri di ciascuno”.

Allargando il raggio d’azione a ritroso, oltre il quadrimestre recente, le cifre lievitano: nel 2018 si parla in totale di 282 mila euro, di cui oltre 17 mila relativi a vecchie pratiche, rispetto ai circa 199 mila euro recuperati l’anno scorso. “Stiamo parlando di quote importanti – prosegue – che non era giusto far ricadere sulla comunità. Per questo ho dato mandato agli uffici di esaminare una a una le circa mille pratiche che presentavano criticità, chiedendo la regolarizzazione delle posizioni prima, ad esempio, di attivare le agevolazioni per il nuovo anno scolastico. Le persone hanno capito che l’aria era cambiata e hanno cominciato a mettersi in regola”.

Non si tratta dell’unica novità allo scopo di assicurare equità e miglior organizzazione nell’erogazione dei servizi scolastici. “L’introduzione della city card prepagata anche nelle scuole dell’infanzia – ha ricordato Tolio – è risultata un ottimo deterrente all’evasione ed è stata nel contempo accolta con favore dalle famiglie che pagano meno il servizio o non lo pagano per nulla quando il bimbo è a casa ammalato. Oggi, anche grazie alla city card, il 95% dell’utenza risulta in regola con i pagamenti dei pasti”.

Ultimo, ma non per importanza, aspetto innovativo è l’allargamento da due a cinque mesi del ventaglio di tempo utile per presentare le richieste documentate di agevolazione.  Circa 1.500 quelle regolarmente inoltrate tra scuole primari e dell’infanzia. “Ciò ha permesso – ha concluso l’assessore – di esaminare e chiedere la regolarizzazione della situazione pregressa dei richiedenti, avviando anche rateizzazioni laddove necessario”.