Commosso addio dei compagni di scuola e della comunità a Sofia, stroncata da un male raro


La comunità di Polegge si è fermata, ieri mattina, tributare un ultimo saluto terreno a una giovanissima vita che una malattia subdola ha stoppato proprio nel suo pieno fiorire. L’esistenza breve per durata ma coronata di affetto genuino di Sofia Drago, di appena 16 anni, adolescente e studentessa del Liceo Fogazzaro di Vicenza dal sorriso radioso e di dolcezza infinita.
Così come tanti vicentini si sono bloccati, almeno per un attimo, al cospetto dell’immagine di una ragazza tanto splendida, sorpresa nella fase di passaggio tra l'”età bambina” e il divenire donna, spirata in ospedale dopo aver lottato contro un male oncologico di origine cerebrale che, al ripresentarsi in recidiva a oltre cinque anni da una prima diagnosi nefasta, non le ha lasciato scampo.
Insieme a lei, in questa lunga salita minata dalla sofferenza e dai timori, hanno faticato al suo fianco mamma Roberta e papà Andrea, insieme al fratello minore, godendosi ogni attimo di felicità e speranza. E con loro gli altri parenti più vicini, le famiglie amiche di Vicenza e dintorni, gli alunni della scuola che nelle ultime settimane di lezioni prima della pausa estiva hanno sempre sperato di non vedere mai vuoto il banco di Sofia.
“Studentessa mite e gentile” come la ricordano docenti e compagni di classe della classe terza “Scienze Umane” del Fogazzaro, presenti in numero ieri mattina alle esequie ospitate nella piccola chiesa comunitaria di Polegge. Tutti loro con impressi nella mente il ricordo e nel cuore gli occhi chiari brillanti, di rara bellezza, di Sofia. Fonti di luce genuina che si sono chiuse per sempre venerdì scorso a Vicenza, con il peso della sofferenza mitigato dalle cure palliative a cui la 16enne è stata affidata al ripresentarsi della malattia, nella primavera scorsa, lasciando nello sconforto e nell’incredulità quanti le vogliono bene.
Purtroppo, le terapie a cui la 16enne vicentina è stata sottoposta nel tempo tra l’ospedale di Vicenza, in particolare al San Bortolo dove ha trascorso gli ultimi giorni di vita, e il polo specialistico per la cura delle patologie oncologiche di Padova, non hanno portato all’esito che tutti si auguravano. A circa sei anni dalla diagnosi del terribile tumore cerebrale raro oggetto di un intervento chirurgico delicato nel 2019, per poi sottoporsi a controlli periodici. Una piena guarigione che non è mai giunta, per l’aggressività dimostrata da un male infido che non è stato possibile debellare alla radice nonostante i mille sforzi profusi da medici e affetti più cari.
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