Fondi per la sicurezza ambientale, al Veneto le briciole. Macilotti e Orsi: enti virtuosi penalizzati

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La Rotonda allagata (foto archivio Regione Veneto)

“Altro che autonomia, qui ci prendono quotidianamente per i fondelli, dove sono i nostri parlamentari?”.
Matteo Macilotti, sindaco di Chiampo e delegato all’ambiente per la Provincia di Vicenza, commenta così lo stanziamento di 450 milioni di euro da parte del governo per la sicurezza ambientale. Di questa vagonata di soldi, solo 7,5 milioni vanno al Veneto, nemmeno un penny a Vicenza, mentre la gran parte dei fondi è stata destinata a Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo e Lazio.

E non è l’unico ad essere arrabbiato. In campo è sceso nei giorni scorsi anche Valter Orsi, sindaco di Schio e delegato in Provincia per lo sviluppo, ai trasporti e all’Innovazione tecnologica: “Chi ha operato bene – ha polemizzato – è stato punito e sono stati premiati i Comuni sull’orlo del dissesto”.
Sono delusi Macilotti e Orsi, che oltre ad essere primi cittadini dei loro Comuni, eletti a furor di popolo alle ultime amministrative, sono anche in seno alla Provincia di Vicenza. E proprio a nome di questo ente fanno sentire la loro voce, visto che tra i parlamentari locali nessuno si è ancora fatto sentire per spiegare la posizione di Roma.

Il governo ha stanziato 450milioni di euro per sicurezza ambientale, strade ed edifici. Quindi per intervenire su scuole, ponti, strade, sui territori a rischio alluvioni e frane, Di questi 91 vanno in Campania, 77 in Calabria, 76 in Sicilia, 74 in Abruzzo, 64 in Lazio, 41 in Lombardia, 39 in Piemonte, 17 in Puglia, 14 in Liguria, 9 nelle Marche, 8 in Basilicata, 8 in Molise. Solo 8 in Veneto, 7 in Toscana e 7 in Umbria, 5 in Emilia Romagna e altrettanti in Sardegna, 3 in Trentino Alto Adige e zero in Valle D’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Il tutto, seguendo il criterio di dare al massimo un milione di euro ai Comuni con meno di 5mila abitanti e al massimo 5 milioni ai Comuni con più di 25mila abitanti.
A Vicenza e provincia non è arrivato nulla.

“Questi sono i problemi di un Paese allo sbando – commenta Matteo Macilotti –. Avevamo presentato una richiesta di finanziamento per un’opera importante ma purtroppo siamo stati ammessi ma non finanziati. Il bando ha premiato i comuni con bilanci più in crisi. Essere virtuosi in questo Paese è un gran demerito. La regola è semplice: siccome sei virtuoso arrangiati. Altro che autonomia, qui ci prendono quotidianamente per i fondelli. Ma dove sono i nostri rappresentanti in Parlamento? Che fanno? C’è qualche partito che alle prossime elezioni cercherà di porre rimedio a questa continua ingiustizia? Ne dubito fortemente”.

Anche Valter Orsi la pensa allo stesso modo: “Avevamo presentato un progetto con vari interventi, è stato approvato ma non finanziato.  Il motivo? Non siamo un Comune in crisi. E a questo punto non si sa se essere contenti nel sentirsi dire che abbiamo amministrato bene non portando il Comune sull’orlo del dissesto, o arrabbiarsi prendendo atto che la meritocrazia è divenuta addirittura una discriminante nei confronti di chi opera bene. Era andato bene l’ultimo bando emesso che ci ha visto assegnatari di circa 2 milioni di euro, questa volta a Roma hanno raddrizzato il tiro inserendo un criterio che punisce i Comuni virtuosi. Così, dopo che col Pnrr oltre la metà dei fondi sono riservati al mezzogiorno, anche per le risorse ordinarie dello Stato si applicano criteri che mitigano l’arrivo di risorse necessarie ai nostri territori. Mi domando chi abbia approvato questi criteri, e se veramente vi sia stato qualcuno al governo o in parlamento che ha letto le carte. Infatti, se da una parte ci sono i funzionari che gestiscono le attività è vero anche che i criteri di impostazione devono essere impartiti dai politici. Vedremo se nel momento in cui bisognerà restituire le risorse del Pnrr all’Europa si ricorderanno di noi, ecco, in questo caso penso proprio di si. Non lo nascondo, sono veramente deluso, per non dire di peggio”.