Il Fogazzaro diventa caso nazionale: censura, pressioni e la contro‑assemblea che sfida il Ministero

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Al Liceo Fogazzaro di Vicenza un’assemblea d’istituto è diventata, nel giro di pochi giorni, il centro di uno scontro politico che intreccia scuola, libertà di espressione e guerra in Medio Oriente. L’iniziativa, intitolata “Racconti dai territori”, avrebbe dovuto ospitare testimonianze dalla Palestina: un partecipante alla Global Sumud Flotilla, una giovane abitante della Striscia di Gaza e un volontario dell’Operazione Colomba dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, rientrato dall’estate 2024 in Cisgiordania. Avrebbe, appunto. O forse ospiterà. Ma autogestita, come forma di protesta. E l’affaire si complica.

Ma andiamo con ordine. A creare il casus, il capitolo “ospitate”. Ad intervenire per bloccarle, all’ultimo momento, la dirigente scolastica, dopo le pressioni di Fratelli d’Italia e un esplicito richiamo alle circolari del ministero dell’Istruzione sul “pluralismo” e sul “contraddittorio”. La miccia si accende quando il manifesto dell’assemblea inizia a circolare online. Giulia Gennaro, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, attacca duramente l’iniziativa: “La scuola non può e non deve diventare un luogo di militanza politica o ideologica – sostiene, definendo “Racconti dalla Palestina” – un’intera giornata dedicata a un solo punto di vista del conflitto israelo-palestinese, con contenuti, documentari e testimonianze che prendono apertamente posizione, senza alcun reale spazio per il contraddittorio”. Secondo Gennaro, “la scuola deve essere un luogo di equilibrio e pluralismo, non di narrazioni unilaterali. Nessuna censura, nessun silenzio imposto, ma parlare di guerra davanti a studenti significa farlo con responsabilità, completezza e rispetto della complessità”.

Sulla scia di queste polemiche interviene l’Ufficio scolastico regionale. La dirigente del Fogazzaro, con una circolare, stabilisce che non si terrà la parte indicata come “Racconti dai territori”, in ossequio a circolari del Ministero dell’Istruzione. L’assemblea, si legge nel documento, potrà svolgersi solo “quando sarà possibile il confronto tra parti diverse», perché la scelta dei relatori deve «favorire posizioni plurali e il confronto” così da permettere agli studenti di sviluppare un pensiero critico. Una condizione che, secondo la dirigente, non apparrebbe rispettata nel caso in oggetto. Di fatto, viene vietata tutta la parte sulla Palestina e sull’occupazione di Israele, comprese le testimonianze programmate dagli studenti.

Per molti, è il punto di rottura. Carlo Cunegato, neo eletto consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, legge quanto accaduto come l’ennesimo tassello di una strategia politica sulla scuola: “Fratelli d’Italia sta cercando di cambiare la scuola per cambiare così le coscienze. Prima l’assurdità di una legge che limita l’educazione sessuale a scuola. Poi la circolare di Valditara che, con un riferimento improprio al pluralismo he dovrebbe vedere allo stesso tavolo testimoni di un genocidio e carnefici, cerca di limitare la libertà di espressione”. Il passaggio più duro riguarda proprio il concetto di contraddittorio: “Come si fa a parlare di contraddittorio per un’assemblea che raccontava il genocidio in Palestina? Bisognava trovare qualcuno a favore del genocidio? È accaduto ciò che temevamo e che abbiamo già denunciato”. Accanto a lui si schiera il Comune di Vicenza. L’assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai e l’assessore Simone Selmo parlano di vicenda dai contorni surreali e denunciano un’ingerenza grave nel campo scolastico, in cui il richiamo alla circolare ministeriale viene giudicato strumentale: “Un’assemblea organizzata in piena autonomia viene limitata: questo basta a capire la gravità di ciò che accade al Fogazzaro. Per questo il Comune annuncia un gesto concreto: aprire i centri giovanili B55 e Porto Burci a studenti e docenti, perché se il Governo limita gli spazi di espressione e la destra vicentina si allinea, noi apriamo le porte”.

Il Partito Democratico, a livello nazionale e regionale, sceglie la via parlamentare e istituzionale. La deputata vicentina Rosanna Filippin annuncia un’interrogazione al ministro Valditara: “La sospensione della parte dedicata ai racconti del territorio all’assemblea al liceo Fogazzaro sulla situazione palestinese è un’ingerenza inaccettabile. Colpisce l’autonomia scolastica e il diritto all’informazione degli studenti e rischia di sottovalutare la loro capacità di discernimento”. Sulla stessa linea la consigliera regionale PD Chiara Luisetto, che giudica grave il no ai “Racconti del territorio”: “Dire no nell’assemblea organizzata dai ragazzi al liceo Fogazzaro significa negare loro la possibilità di affrontare in autonomia e libertà un tema chiave, che dovrebbe continuare ad occupare il dibattito pubblico. Difendere la libertà dei ragazzi significa fare spazio a contenuti e modalità che loro sentano urgenti e necessarie, soprattutto quando si parla di un popolo piegato a una violenza genocidaria”. Durissimo anche il giudizio della Cgil. I segretari Giancarlo Puggioni e Giuseppe Marotta definiscono inaccettabile il divieto e parlano apertamente di un attacco all’autonomia scolastica: “La scuola deve restare un luogo pubblico di democrazia, confronto e approfondimento. Questo livello di pressione politica è pericoloso”.

E così che “Racconti dai territori” è passato da semplice assemblea a caso nazionale, specchio di un conflitto più ampio: chi decide cosa può entrare in una scuola, come si interpreta il pluralismo, fino a che punto la politica può spingersi dentro gli spazi educativi. Al Fogazzaro, intanto, resta la sensazione che una discussione difficile sia stata solo rinviata, spostata fuori dalle aule verso i centri giovanili e le piazze della città. E che le domande di fondo – quanto spazio ha ancora la scuola per ospitare voci scomode e se sussiste il rischio che il pluralismo possa trasformarsi in un’arma silenziatrice di pensieri non troppo condivisi – siano tutt’altro che appagate.

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