Lanerossi e Bologna degli anni ’50 e ’60 in lutto: addio all’ex calciatore Mirko Pavinato

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A sinistra l'allore presidente Renato Dall'Ara (a lui è dedicato lo stadio) e il capitano Mirko Pavinato a destra nel 1961

Le giovanili e la catapulta nel mondo del calcio che conta con la maglia biancorossa del “Lane” negli anni ’50, la consacrazione con tanto di uno storico scudetto – il settimo per il club felsineo – con la fascetta da capitano del Bologna. Un idolo da quelle parti, ma mai dimenticato nemmeno a Vicenza: il minuto di raccoglimento osservato ieri sera prima del match tra il Napoli di Gattuso e il Bologna di Mihajlovic ha annunciato ai più la morte di Mirko Pavinato, calciatore di serie A d’altri tempi bandiera rossoblu dopo il trampolino di lancio dello Stadio Menti.

Nato proprio nel capoluogo berico il 20 giugno del 1934, si è spento nella prima mattinata di ieri a 86 anni di età. A spingerlo al fine vita le complicazioni legate al Covid associate a una patologia renale preesistente, con la figlia Sofia Pavinato a rendere nota la triste notizia attraverso un post su Facebook. Da quanto si apprende era riuscito a debellare il male pandemico dopo il ricovero, un virus debilitante che prima di scomparire dal suo organismo gli ha lasciato in eredità una peso impossibile da sostenere.

Le enciclopedie del pallone di quegli anni raccontano la carriera sportiva di un difensore di personalità, corsa e cuore, cresciuto nella Primavera dell’allora Lanerossi del dopoguerra con cui vinse due volte il Torneo di Viareggio, la massima espressione del calcio giovanile. Poi Pavinato si fece strada in prima squadra, da ventenne o poco più, ritagliandosi via via spazio crescente fino a essere uno dei principali protagonisti della promozione in serie A alla fine della stagione 1954/1955 ed esordendo l’anno successivo tra i big del calcio italiano sempre in biancorosso.

In seguito l’inizio dell’avventura a e al Bologna, di cui divenne pilastro della difesa e capitano, conquistando il tricolore nel 1963/1964 dopo un memorabile spareggio-scudetto vinto sull’Inter con il punteggio di 2-0. Dopo ben dieci stagioni in rossoblù, il roccioso numero 3, che giocò prevalentemente nel ruolo di terzino sinistro, chiuse la carriera tra i “pro” al Mantova, dopo 350 gare disputate. Non segnò mai un gol ma, per i difensore di quei tempi, il loro mestiere era ben altro. Nel suo palmares personale anche la Mitropa Cup (anche qui da capitano) del 1961 e quattro maglie azzurre in Nazionale B, per poi dedicarsi all’attività di allenatore.

Mirko Pavinato lascia la moglie Luisa e la figlia Sofia, che lo hanno assistito amorevolmente insieme al personale sanitario dell’ospedale di Sant’Orsola, ringraziando medici e infermieri del reparto malattie infettive per le cure prestate al proprio caro. “Tutto il Bologna Fc si stringe attorno alla famiglia Pavinato nel ricordo commosso di un uomo che ha fatto la storia del nostro club. Addio Capitano“, così sul sito ufficiale del club. Anche il sito berico ricorda militanza biancorossa delle origini e si unisce al lutto: “La società LR Vicenza si unisce al dolore per la scomparsa di Mirko e desidera esprimere ai suoi cari le più sentite condoglianze”. L’ultimo tributo su un campo di calcio , in attesa delle esequie, gli è stato riservato dal silenzio prima e dagli applausi poi dello stadio “Diego Armando Maradona” di Napoli.