Matteo Tosetto “licenziato” da Rucco. L’ex assessore sarebbe pronto ad entrare in una civica

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L'ex assessore Matteo Tosetto mentre raduna le seu cose nel suo ufficio all'assessorato ai servizi sociali

La notizia del “licenziamento” ai danni dell’ormai ex assessore al sociale Matteo Tosetto sta portando scompiglio all’interno dell’attuale giunta del capoluogo. Il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, dopo aver tolto le deleghe a colui che era il suo vice subito dopo la conquista della fascia tricolore, deve fare i conti con un gruppo che si sta sfaldando e deve far fronte alle insidie che da qui al prossimo anno incontrerà quando si riapriranno i seggi per la scelta della nuova maggioranza in Comune a Vicenza.

Sulle motivazioni del “taglio” di Tosetto ci sono pochi dubbi: l’ex assessore alle politiche sociali aveva abbandonato Forza Italia dopo la caduta del governo Draghi, in dissenso con la scelta del partito di andare alle elezioni e scaricare l’ex presidente dalla Bce. FI, di cui Tosetto era anche coordinatore provinciale, a sua volta è una delle forze a sostegno della giunta Rucco e per questo motivo i partiti di centrodestra avevano preso posizione affinché venisse avvallata la sua uscita di scena.

Il principale esponente di Forza Italia nel vicentino (fino al luglio scorso)  non era stato candidato alle elezioni amministrative del giugno 2018, ma era entrato a far parte della giunta grazie ad accordi tra i partiti politici, il cosiddetto “Manuale Cencelli” che lo ha portato da coordinatore cittadino di Forza Italia a rivestire il ruolo di assessore alle politiche sociali e quindi di coordinatore provinciale del partito.
Nei vari rimpasti, cambi di casacca avvenuti in questi anni si sono spostati anche gli equilibri in consiglio comunale con nuovi ingressi e conseguenti esuberi, con Tosetto privato della carica di vicesindaco e delega al bilancio. Passato al sociale (con deleghe in materia di politiche sociali, famiglia, politiche per l’integrazione, democrazia partecipativa, rapporti con le associazioni di quartiere e di volontariato, tutela e benessere degli animali), ha lavorato con le varie associazioni locali, che si sono mostrate contrarie alla revoca del suo incarico.

“Alla base del provvedimento di revoca – spiega l’ufficio stampa del Comune in una nota – vi è il venir meno delle condizioni politiche sulla base delle quali era maturato il rapporto fiduciario che aveva condotto al conferimento delle deleghe, per cui non sussiste il presupposto alla permanenza dello stesso all’interno della giunta”. Le sue deleghe sono state passate da Rucco a Marco Zocca, a cui già fanno carico le funzioni in materia di bilancio, tributi, gestione economica e patrimoniale delle partecipate e provveditorato.
Se alla base della scelta di lasciare il partito di Berlusconi c’è stato – come per Gelmini, Brunetta e Carfagna – la contrarietà a far cadere il governo Draghi, a livello locale le ultime informazioni parlano, però, di una scelta con motivazioni anche più localistiche, ossia suo possibile approdo, in vista delle elezioni amministrative vicentine del 2023, nella compagine del gruppo “Per una grande Vicenza”: una decisione che farebbe perdere alla ricandidatura di Rucco la “gamba” più di moderata, un bel danno allo schieramento di destra che tenterà la strada del secondo mandato a Palazzo Trissino. Sebbene alle elezioni manchino ancora parecchi mesi la campagna elettorale è insomma già infiammata e da qui a giugno non sono esclusi altri colpi di scena.

Il sindaco di Vicenza Francesco Rucco

La reazione delle opposizioni
Critiche arrivano ovviamente anche dalla minoranza: “In un momento storico complicatissimo, di profonda difficoltà per centinaia e centinaia di famiglie – commenta Raffaele Colombara, consigliere di “‘Per una grande Vicenza” – il sindaco Rucco si permette di allontanare l’assessore al sociale vanificando il suo lavoro, portato avanti con competenza e serietà. Valori che evidentemente per Rucco vengono assolutamente meno rispetto alla tessere di un partito nella gestione della città. Non è un caso che nella sua giunta ci siano tutti i segretari di partito che compongono la sua maggioranza”. Per Colombara, insomma questa sarebbe “l’ennesima testimonianza che per questa maggioranza Vicenza altro non è che una merce di scambio. Poltrone in cambio di tessere di partito. E se una persona decide di fare una scelta diversa, viene cacciato, indipendentemente dal valore del lavoro svolto. Rucco, il Sindaco più scarso della storia di Vicenza che la sta depauperando e svilendo. Colui che ha preso in giro migliaia di vicentini con la narrazione del ‘candidato civico’, ma che in realtà si è piegato in ogni circostanza possibile alle logiche dei partiti, spesso a discapito del bene dei cittadini, come testimonia, uno per tutti, il disastro Aim. Dopo 4 anni le bugie vengono a galla e i vicentini si trovano smarrirti ed attoniti. Vicenza merita di più”.

Sulla stessa linea il gruppo di +Europa Vicenza: “Siamo convinti – spiega il coordinatore Franco Perretta – che la battaglia per le idee venga sempre prima delle imposizioni dei partiti. Tosetto è stato sostenitore di Mario Draghi insieme a noi e agli amici di Azione e Italia Viva, nella manifestazione dello scorso 19 luglio in Piazza delle Erbe a Vicenza. Nel gesto di lasciare Forza Italia dopo tanti anni di militanza riconosciamo coraggio ed adesione allo spirito di quella manifestazione. Ora, che il sindaco che aveva anch’egli firmato l’appello per la rimanenza di Draghi come capo del governo, licenzi il suo assessore per timore sia passato alla fantomatica ‘altra parte’, ci lascia interdetti e preoccupati per il futuro del paese e della nostra città, sempre più in mano a logiche chiuse e dirigistiche e ad una destra intransigente a critiche e aperture di dialogo”.