Parà Usa di stanza a Vicenza cospirava per un attentato. In arresto il presunto terrorista

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Un'immagine di uno degli ingressi della caserma Ederle di Vicenza

Un possibile caso di terrorismo internazionale segnalato a Vicenza. E proprio in quella che dovrebbe rappresentare il simbolo della massima sicurezza, vale a dire la base americana dei “parà” statunitensi, dove un soldato di 22 anni è stato accusato di aver partecipato ai preparativi di un attentato omicida nei piani di un’organizzazione di matrice nazista e insieme islamica. Un binomio sanguinario, con bersaglio la Turchia. E nel dettaglio gli stessi membri e compagni del corpo dei paracadutisti Usa.

Il giovane militare della 173ª Brigata “Airborne”, ospitato tra Camp Ederle e la caserma “Del Din” del capoluogo berico, non avrebbe mai dati segni evidenti di derive estremiste, tanto che la notizia ha stupito tutti i commilitoni del contingente a stelle e strisce presenti in Veneto. Il suo nome è Ethan Phelan Melzer, originario del Kentucky. Come riportano il Giornale di Vicenza, il Corriere del Veneto e altre testate on line in lingua inglese, viveva da novembre 2019 in città, in alloggi della base americana riservati ai militari di stanza in Italia, in vista di imminenti missioni internazionali. La sua reale, sorretta da ideologie assassine e tenuta sottotraccia, è stata sventata dai servizi segreti degli Stati Uniti.

Sotto falso nome o nickname aveva sparso indizi nella giungla di internet attraverso chat riservate e criptate: una piazza virtuale dove aveva inneggiato a Hitler, Osama bin Laden, Al Qaida e fatto propaganda esplicita alla jihad in forum tenuti sotto stretto controllo dai dispositivi antiterrostici, rilasciando contenuti di chiara matrice antisemita e antiamericana. Si dichiarava membro di “Order of the Nine Angles” – Ordine dei 9 Angoli, con acronimo O9A – e, secondo il dispaccio rilasciato alla stampa americana, stava pianificando un grande attentato allo scopo di fare una strage dei suoi stessi commilitoni, programmato per aprile 2020. Un piano criminale terribile saltato forse per la pandemia, ma la minaccia era imminente dopo i contenuti delle intercettazioni dello scorso fine maggio. Il nemico più subdolo, insomma, vale a dire il terrorismo, i parà statunitensi erano ignari di ospitarlo in casa. Magari nel letto a fianco al loro.

L’arresto del paracadutista risale a due settimane da ma, per precauzione, la notizia è stata diffusa alla stampa soltanto ieri, dopo la comunicazione ai 3.300 soldati dei diversi battaglioni dislocati in Europa tra Italia e Germania. Una piccola parte di loro conosceva Ethan: compagni di chiacchierate e magari di bevute oltre che “fratelli d’armi” nel corso dell’addestramento militare e nelle spedizioni aviotrasportate in Medio Oriente. Lo scorso 30 maggio l’accusato si sarebbe autodichiarato “un traditore della patria” e avrebbe rivelato che lo scopo del piano era uccidere più membri possibili dell’Us Army. Nonostante i messaggi criptati, in cui comunicava gli spostamenti dei contingenti in Turchia, ormai era caduto nella rete dell’intelligence e Fbi che non ha atteso lungo prima di inviare una squadra speciale a Vicenza per le manette, riportandolo poi a Nw York dove si celebrerà il processo a suo carico.

Alto tradimento e cospirazione contro la Nazione i principali capi d’accusa nei confronti del 22enne, ora in carcere e i cui legami con l’ordine criminale nato negli anni ’70 sono passati al setaccio. Un miscelatore di istanze a sfumature sataniste oltre che di estrema destra, con rapporti stretti con il fondamentalismo islamico. Un mix da incubo. Il nemico comune, gli Usa, la stessa patria per cui il 22enne entrato nell’esercito americano nel 2018 aveva giurato eterna fedeltà. Di eterno, probabilmente, gli rimarrà solo il carcere a vita, vale a dire l’ergastolo.