Processo Popolare di Vicenza: chiesti 10 anni per Zonin, 8 per gli altri cinque imputati

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Un'immagine dei risparmiatori in protesta di fronte al tribunale berico

Dieci anni per Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, otto anni e due mesi per l’ex consigliere di amministrazione Giuseppe Zigliotto (ed ex presidente di Confindustria), per il manager Massimiliano Pellegrini e per l’ex vice direttore generale Paolo Marin.

Sono queste le richieste di pena avanzate dalla Procura di Vicenza al processo per il crack di quella che era la principale banca del vicentino. Complessivamente, per i sei imputati i pubblici ministeri Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi hanno chiesto, nel corso dell’udienza di martedì mattina, 51 anni di pena. La Procura ha infatti sollecitato anche otto anni e 6 mesi per l’ex vice direttore generale Emanuele Giustini e otto anni per il vice dg Andrea Piazzetta. La richiesta di condanna è stata aumentata: è stato ritenuto di maggior peso il reato di falso in prospetto rispetto al reato di ostacolo agli organismi di vigilanza. Per la società, in liquidazione coatta amministrativa è stata chiesta una sanzione di 300mila euro con la confisca delle somme.

Nessun commento da parte di imputati (Zonin non era presente) e avvocati difensori, soddisfazione è stata espressa invece dai legali delle parti civili. “Una giornata storica e importante – ha affermato Luigi Ugone, presidente dell’associazione Noi che credevamo nella Bpvi – perché dopo aver voluto fortemente questo processo, che per molti era un processo impossibile perchè si considerava quello della Popolare un CdA di intoccabili. Invece il processo, nel quale sono parte civile migliaia di risparmiatori, non solo è iniziato ma si avvia a conclusione. Quanto alle richiese di condanna, ci aspettavamo qualcosa in più, tenuto conto tutti i danni economici e sociali che il crack ha lasciato al nostro territorio, conseguenze negative che proseguiranno ancora per molti anni a venire. Ora attendiamo la sentenza”.