Spaccata alla Daicom: rubate apparecchiature tecnologiche e danni per migliaia di euro

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Il magazzino preso di mira

Il “valore” dei danni causati sarebbe almeno dieci volte tanto quello del bottino in seguito al furto portato a termine l’altra notte alla sede di Daicom a Vicenza, nota azienda che si occupa di distribuzione di merce high tech. Ancora una volta è stato preso di mira un punto vendita della zona industriale Ovest del capoluogo berico, nel corso della notte tra martedì e mercoledì senza farsi alcuno scrupolo nell’abbattere cancello e ingresso principale dello stabile.

Nella spaccata in piena regola la banda organizzata e particolarmente esperta, come si evince dalla dinamica del furto studiato nei dettagli, si è munita a quanto pare di più furgoni. Mezzi di trasporto con ogni probabilità rubati in precedenza per utilizzarli come “ariete” al fine di aprirsi un varco verso il magazzino e favorire la prima fase di fuga.

Lasciando sull’asfalto anche dei chiodi da cantiere a tre punte per scoraggiare chi, forze dell’ordine in particolare, potesse tentare di mettersi al loro inseguimento. Tutto per così dire calcolato da parte dei malviventi, almeno in 8 secondo l’approfondimento sulla notizia riportato dal Giornale di Vicenza, a parte l’entità del bottino: dispositivi e accessori il cui valore ammonterebbe “solo” a 4 mila euro in tutto, a fronte di lavori di sistemazione dei danni patiti per svariate migliaia di euro.

I carabinieri della stazione di Vicenza stanno indagando sulla base dei rilievi posti in campo in via degli Ontani, dopo aver acquisito elementi utili soprattutto dai circuiti interni della Daicom e di altre aziende per la videosorveglianza. La dinamica, ripresa in più punti e consegnata dai titolari alle forze dell’ordine appare chiara, con i furgoni utilizzati come “lasciapassare” abbandonati sul posti già ispezionati.

Più laborioso sarà risalire all’identità di qualcuno tra i componenti della banda criminale, tutti con il volto travisato di fronte agli “occhi elettronici”, come di consueto in questi episodi criminali quando si parla di bande specializzate. Anche se in parte “gabbate”, in questo caso almeno, visto che il carico di smartphone  e smartwatch di alto valore che probabilmente era in cima alla lista dei desideri, ma custoditi altrove rispetto al magazzino sfondato in fretta e furia.