Trent’anni fa nasceva il Suem 118

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Esattamente trent’anni fa prendeva avvio, in forma sperimentale, un servizio
all’epoca innovativo, destinato a diventare un punto di riferimento per l’intera comunità vicentina: il Suem 118. Era esattamente il 10 ottobre del 1988 quando iniziava l’attività una struttura destinata a cambiare la vita di centinaia di migliaia di vicentini: il Servizio Urgenza ed Emergenza Medica.  Si trattava di un modello che allora era per certi versi rivoluzionario, applicato per la prima volta in Veneto e finalizzato a rendere più tempestiva ed efficace l’attività di soccorso ai cittadini in situazioni di emergenza.

Fino ad allora, infatti, il concetto di soccorso era molto diverso rispetto agli standard attuali: le ambulanze potevano essere richieste e mandate da soggetti diversi (i vari ospedali nel territorio, altre strutture sanitarie o associazioni di volontari), con il risultato di creare inutili sovrapposizioni di risorse o al contrario gravi ritardi. Ma soprattutto, a bordo delle ambulanze non vi erano figure sanitarie specializzate: di fatto i pazienti non venivano assistiti sul posto, ma semplicemente caricati a bordo dell’ambulanza e portati in ospedale, dove finalmente avrebbero ricevuto le prime cure.

Nasceva appunto da questa situazione l’esigenza di poter contare su una struttura specializzata, in grado da una parte di coordinare i soccorsi e dall’altra di assistere i pazienti in modo più efficace, praticando i primi interventi direttamente sul posto, senza dover attendere l’arrivo in ospedale. Così, proprio a Vicenza venne creata come progetto pilota della Regione Veneto la prima centrale unica per l’intero territorio provinciale, dotata di personale dedicato: medici e infermieri che dovevano avere già esperienza nell’area critica, e per questo motivo provenienti dal reparto di anestesia e rianimazione.

All’epoca non esisteva ancora il numero unico 118sarebbe arrivato solo nel 1992 – ma fin da subito il modello si dimostrò vincente e indispensabile: se nei primi 3 mesi di attività, da ottobre a dicembre del 1988, gli interventi furono 1.218, già nel primo anno completo di attività – nel 1989 – questi furono ben 6.347, numero che all’epoca sembrò già elevatissimo ma destinato a crescere costantemente nel corso degli anni. Già nel 1990 gli interventi salgono infatti a 7.656, per poi raddoppiare nel giro di quattro anni: nel 1992 sono 12.755, per arrivare ai 19.760 registratati nel 2000, e 48.140  nel 2010.

Nel 2017 per tutta la provincia di Vicenza, le chiamate ricevute sono state 180.467, mentre le uscite delle ambulanze e automediche sono state complessivamente 47.518, alle quali vanno aggiunti 134 interventi tramite il servizio di elisoccorso. Il tutto con uno staff composto da  5 medici, 30 infermieri, 16 autisti e 10 operatori, oltre ad un coordinatore infermieristico e al Direttore della centrale operativa Suem 118 di Vicenza, il dottor Federico Politi.

“Oggi – commenta Politi – c’è l’orgoglio di avere dimostrato sul campo l’efficacia di un progetto che per l’epoca, quando partì, fu davvero una rivoluzione. I numeri ne confermano tutta la validità, ma fanno capire anche i ritmi di lavoro. Al di là del dato quantitativo, però, oggi voglio sottolineare anche l’aspetto qualitativo. Tutto il personale è specificatamente addestrato a intervenire in situazioni di emergenza, combinando le più avanzate nozioni medico-scientifiche con l’attitudine mentale necessaria a rassicurare i cittadini, essere metodici anche in una situazione frenetica, non perdere mai la calma”. Un’attività di assistenza che inizia fin dal momento in cui l’operatore risponde alla chiamata: “Anche questo – prosegue il direttore del Suem vicentino – è un aspetto che non sempre i cittadini comprendono: le domande che vengono fatte, come ad esempio l’età o altre patologie della persona da soccorrere sono indispensabili per comprendere la situazione e rendere i soccorso più veloci e appropriati”.