Truffe nella compravendita di mascherine di protezione. Aziende vicentine raggirate

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Protezioni in uno scatolone (archivio)

La polizia postale e la Questura vanno in soccorso di più aziende vicentine vittime di truffe assortite, legate alla compravendita dei dispositivi di protezione individuale. In particolar modo le ormai indispensabili mascherine, un affare da decine di milioni di euro nel solo territorio vicentino in cui si sono gettati malfattori astuti e senza scrupoli. I presunti fornitori del materiale sanitario la cui domanda è salita alle stelle, operanti dal Centro Italia, avevano messo in piedi un sistema di conti correnti a rimbalzo dove ottenevano i pagamenti anticipati della merce, per poi volatilizzarsi senza lasciar traccia.

Un sistema che approfitta della “Fase 2” dell’emergenza e del fabbisogno ingente dopo lo sblocco di tutte le attività produttive e commerciali, con conseguente “libertà” di movimento della popolazione. Molte le aziende, quindi, che per rispettare gli standard di sicurezza richiesti, dimostrando senso di responsabilità nei confronti dei loro dipendenti, cercano di approvvigionarsi nel più breve tempo possibile dei dpi. A volte affidandosi a fornitori poco sicuri. E, purtroppo, risultati spesso del tutto disonesti.

Un’occasione ghiotta per ottenere profitti illeciti facilmente, sfruttando lo stato di necessità altrui. Un fenomeno criminale che sta crescendo a dismisura, come constatato dal compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Veneto, che ha raccolto decine di denunce e avviato le indagini. Individuato un intermediario che agiva in provincia di Venezia, i poliziotti sono riusciti a bloccare gli ordini di alcuni stock di mascherine e guanti che probabilmente mai sarebbero giunti in mano agli acquirenti.

“Mentre delle mascherine non si ha traccia, accorta ed oculata è la gestione delle somme
ottenute illecitamente – si legge nella nota della polizia di Stato -, la durata della permanenza su questi ‘conti fisarmonica’ delle somme è brevissima in quanto dopo poche ore il denaro si disperde in mille rivoli venendo distribuito come compenso per l’attività prestata dai vari soggetti per ordire la truffa”.

Gli investigatori sono riusciti a congelare parte delle somme, che saranno recuperate dai conti di appoggio dei truffatori, ai quali si sta cercando di risalire per inchiodarli di fronte alla giustizia. Poi un appello rivolto a tutti gli imprenditori vicentini:”La Polizia Postale consiglia a chiunque abbia la necessità di approvvigionarsi di affidarsi a canali sicuri, verificando prima di concludere qualsiasi trattativa se l’azienda sia effettivamente esistente ricercando in rete recensioni sulla ditta. Utile è anche il controllo se vi sia corrispondenza tra l’indirizzo dichiarato della sede con un immobile che possa ospitare un’azienda, utilizzando strumenti comuni come ad esempio “Google Street View””.