Mattarella bis, nel suo discorso: giustizia, morti sul lavoro e violenza sulle donne

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Sergio Mattarella ha giurato nell’Aula della Camera per il suo secondo mandato da presidente della Repubblica. Il suo discorso alla Nazione è durato circa 40 minuti ed è stato salutato da un lungo applauso in Aula e da una standing ovation di oltre tre minuti. Dal Gianicolo sono stati sparati come da tradizione i 21 colpi a salve di cannone nel momento esatto del giuramento.

Mattarella prima di recarsi a Montecitorio ha reso omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria, e poi è salito a bordo della Lancia Flaminia 355 decappottabile con il presidente del Consiglio Mario Draghi e il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti.

“Il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno fatto la loro scelta. E’ per me una nuova chiamata, inattesa, alla responsabilità, alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi”, ha detto il Capo dello Stato a Montecitorio durante cerimonia di insediamento.

Il tema della giustizia: “Nell’inviare un saluto alla nostra magistratura mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia. È indispensabile che le riforme giungano con immediatezza a compimento affinché il Csm possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, superando logiche di appartenenza che devono rimanere estranee all’ordine giudiziario”, ha così precisato Mattarella.

Ricostruire il Paese: “Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza. E’ ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un’Italia più giusta – aggiunge – più moderna e intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano”.

Il presidente della Repubblica ha parlato anche della violenza sulle donne che ha definito una inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio. Mattarella ha poi affrontato il tema della sicurezza sul lavoro: “Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Dignità – ha aggiunto il capo dello Stato – è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi”.

Dopo il giuramento Sergio Mattarella si è fermato nel corridoio per salutare il premier Mario Draghi e il presidente della corte Costituzionale Giuliano Amato. Ha poi lasciato la Camera per ascoltare in piazza Montecitorio l‘Inno di Mameli, un passaggio che di solito avviene in Aula, ma che per le misure anti-Covid questa volta si è svolto all’esterno. Poi il capo dello Stato ha passato in rassegna il reparto d’onore schierato.