Appello alla generosità per Michele, in coma da 6 mesi dopo la caduta sulle rocce del Pasubio

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Aiutiamo Michele“. Due parole che, per chi è a conoscenza dell’iniziativa lodevole a cui  sono dedicate, spaccano il cuore, ancor più vendendo l’immagine di un ragazzo sorridente nel pieno della sua giovinezza con sullo sfondo un paesaggio di alta quota che tanto amava. Proprio sulle rocce del massiccio del Pasubio i sogni di un vicentino di soli 24 anni si sono infranti e sono rimasti sospesi, da circa 6 mesi. Oggi rimangono legati a quel filo di speranza rimasto intatto in seguito all’incidente di montagna di cui è stato vittima lo scorso agosto Michele Confente, precipitato per quasi 200 metri mentre con un gruppo di amici saliva la Strada delle 52 Gallerie verso Rifugio Papa.

Prima il disperato e difficile recupero dell’infortunato grave in condizioni estreme, in quelle concitate ore di sabato 21 agosto 2021, poi il trasferimento in elisoccorso in ospedale a Trento e la prognosi riservata dei giorni successivi, in attesa di un risveglio purtroppo fin qui non ancora avvenuto. Successivamente, il viaggio verso Vicenza, prima al San Bortolo e poi in una delle Ipab adatte ad accoglierlo, per poterlo curare vicino a casa, con la vicinanza dei congiunti. Col tempo si saprà dei danni cerebrali riportati nella terribile caduta a valle dal giovane ingegnere, neolaureato, e dello stato di coma che permane ai giorni nostri.

A distanza di 6 mesi, il ragazzo di Montecchio Maggiore è ancorato alla vita grazie all’affetto inesauribile che lo circonda da parte di famigliari e amici, e della fidanzata Elena, e alle cure offerte una clinica specializzata di Vicenza al quale è stato affidato per la degenza post ospedaliera. Le sue condizioni sono definite come stabili, ed è giusto e lecito sperare se non in un miracolo almeno in quei miglioramenti progressivi auspicati che possano rinsaldare la speranza silente di restituire Michele alla sua piena esistenza e a chi mai ha smesso nè smetterà di volergli bene e lottare al suo fianco.

Per farlo, però, i costi sono considerevoli e insostenibili nel lungo periodo per una famiglia normale, ed è così che gli amici del 24enne si sono mobilitati a Montecchio e dintorni per istituire una raccolta fondi che possa sostenerne le spese, dopo il periodo di assorbimento a carico dell’Ulss 8 Berica in via di conclusione, come da norme sanitarie vigenti. Ed è così che è iniziato l’appello, avvalendosi dei sociale e soprattutto del buon cuore di chi riceve il messaggio solidale. E’ altresì commuovente il ritratto che gli amici regalano di Michele, lo sfortunato ragazzo con progetti ambiziosi per il futuro ma con la testa sulle spalle che, per mantenersi gli studi universitari in Ingegneria Chimica e dei Materiali, lavorava come commesso all’Iper Tosano, fino alla laurea.

“Aiutateci ad alimentare la speranza che Michele, a 24 anni, torni ad essere il ragazzo solare, gentile, determinato e con il futuro luminoso che si stava costruendo”. Ad apprezzare l’aiuto la sorella Martina e i genitori Dario e Roberta insieme a tutti i parenti vicini, sempre a fianco del giovane in questo difficile cammino di risalita verso un sogno che realmente sono in tanti a condividere.  Grazie anche al sostegno della parrocchia dei Padri Giuseppini e della parrocchia di Santa Maria Immacolata di Montecchio Maggiore è da pochi giorni disponibile il contro corrente con Iban IT07O0839960530000000131157 e con la causale “Aiutiamo Michele”.