Ex Ilva, stallo al tavolo governo–sindacati. Lavoratori bloccano la statale

Quattro ore di sciopero oggi dei lavoratori dello stabilimento siderurgico dell’Ex Ilva di Taranto che insieme ai delegati sindacali hanno anche effettuato un blocco stradale sulla statale Appia: alcuni manifestanti si sono sdraiati sull’asfalto. Il blocco, che ha comportato inevitabili disagi alla viabilità, è stato rimosso dopo circa un’ora e mezza a seguito della conclusione del vertice a Palazzo Chigi. La protesta era stata attuata per l’impossibilità dei manifestanti di seguirlo in diretta in quanto il link fornito sarebbe risultato non funzionante. Davanti alla portineria Direzione era stato allestito un maxi schermo.

Alla riunione, presieduta dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, secondo quanto si apprende, hanno partecipano per il governo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Nel tavolo di confronto con i sindacati il ministro delle Imprese e Made in Italy, Urso, ha detto: “Abbiamo prospettato quali possono essere le conseguenze sull’occupazione e sulla Cig. Il governo intende perseguire tutte le strade possibili per garantire la ripresa della produzione siderurgica in percorso di piena decarbonizzazione attraverso 3 forni”.

Rocco Palombella (Uilm-Uil) lasciando Palazzo Chigi dopo l’incontro con il governo, durato oltre due ore, ha reso noto: “Il tavolo non è andato bene, abbiamo chiesto garanzie ma non ci sono state risposte adeguate, per questo abbiamo deciso insieme di aggiornare il tavolo. Ci sarà una nuova convocazione probabilmente tra lunedì e martedì”.

Le dichiarazioni del segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma: “Gli scioperi stamattina in tutti gli impianti sono stati un segnale molto chiaro dei lavoratori. Per il tavolo a Palazzo Chigi c’è una sospensione, verrà riconvocato per la prossima settimana un nuovo incontro perché alle questioni che abbiamo posto sulla continuità dal punto di vista industriale, occupazionale e degli obiettivi che riguardano il futuro dell’azienda e il presente dei lavoratori, ad oggi il governo non ha dato le risposte necessarie. Lo Stato deve garantire la continuità dell’azienda, i livelli occupazionali, gli investimenti che servono per il processo di decarbonizzazione. Questo è il punto per noi fondamentale”.

Il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano ha ricordato: “All’inizio c’era un socio privato che non aveva scelto nessuno di noi, ma che ci ha lasciato un’eredità pesante che stiamo provando a gestire in materia soprattutto di sicurezza degli impianti. Il prosieguo dell’attività dopo l’estromissione del socio privato ha riservato e riserva continue sorprese come potrebbero spiegare i commissari a proposito delle condizioni in cui hanno trovato l’Altoforno 2, certamente condizioni peggiori di come si potessero immaginare”. Mantovano ha assicurato che vi è stata la continua ricerca di fonti finanziarie per andare avanti. “Ci sono stati più interventi legislativi e più azioni di confronto con le istituzioni comunitarie e c’è stata una costante sollecitazione degli altri soggetti che hanno voce in capitolo per il rispetto dei tempi pur nel necessario e rigoroso mantenimento dei parametri, penso innanzitutto all’autorizzazione ambientale“.