La perdita di un figlio e la forza di reagire. Alessandro Cecconi: “Date voce al vostro dolore”


“Il tempo guarisce le ferite”, si dice, o forse semplicemente un po’ le cicatrizza. A ben vedere, però, è opportuno aggiungere: “Dipende da come lo si vive”. Alessandro Cecconi, nell’aprile 2021, ha dovuto fare i conti con il dolore più grande: la perdita del figlio, Matteo, suicidatosi appena 18enne mentre seguiva in didattica a distanza le lezioni scolastiche, nella casa di famiglia a Bassano del Grappa. A distanza di quattro anni, si può ben dire che ha trovato la forza di reagire al lutto atroce che ha colpito lui e la sua famiglia. Ma non ci è riuscito lasciando semplicemente trascorrere il tempo. E lo ha dimostrato nell’intervista concessa a Radio Eco Vicentino in compagnia di Viviana Casarotto, psicologa e psicoterapeuta coordinatrice dei gruppi di auto mutuo aiuto sul lutto della Caritas vicentina.
“Subito non abbiamo capito cosa fosse successo – racconta Alessandro Cecconi ai microfoni di “Parlami di Te” -, non riuscivamo a darci una spiegazione. Abbiamo pensato ad un malore”. Tutto diventa più chiaro, però, nel giro di un paio di giorni, nel momento in cui viene aperto il computer di Matteo: “Aveva lasciato una lunga lettera contenente una serie di pensieri degli ultimi quattro mesi, di cui noi eravamo completamente all’oscuro e con i quali faceva capire che provava una grande sofferenza. Da lì abbiamo compreso che Matteo si era tolto la vita“.
Dopo quattro anni, spiega Cecconi, “il dolore rimane lo stesso, ma sono diventato più capace di contenerlo. Le relazioni con la famiglia, gli amici e i vicini di casa sono state fondamentali. Poi, però, ho sentito anche bisogno di qualcos’altro, ovvero trovare persone che avessero vissuto la mia stessa esperienza. Ho conosciuto allora altri genitori che, come me, avevano perso un figlio. E da lì si sono create relazioni che ancora adesso vanno avanti”.
“Dopo un anno e mezzo dalla morte di Matteo – prosegue il suo papà – ho iniziato a frequentare un gruppo di auto mutuo aiuto per il lutto a Nove. Lì ho avuto modo di conoscere persone con le quali ci poteva essere comprensione totale, come non mi era possibile fare con altre persone che pure mi erano vicine. Questo mi ha portato a non voler essere solo un partecipante, ma anche a dare un mio contributo. Essere attivo nel volontariato come facilitatore dei gruppi di auto muto aiuto della Caritas vicentina è stato molto importante per me”.
“Incontro tanti genitori – commenta Viviana Casarotto – che vivono l’esperienza della morte di un figlio. Una delle cose più devastanti che possano capitare”. Per affrontare un lutto del genere, spiega, “serve uno spazio dove poter parlare liberamente delle proprie emozioni”. A questo proposito, continua, “i gruppi di auto mutuo aiuto sono contenitori dove le persone possono incontrarsi e condividere le loro esperienze in un clima di non giudizio e riservatezza. È questa la loro potenza”.
“I gruppi sono distribuiti su tutto il territorio nazionale – continua Casarotto -, la Caritas vicentina ne conta 22 dedicati al lutto. Ci sono anche altre realtà, quindi una persona può trovare il gruppo che è più confacente alle sue necessità. Le offerte sono molteplici, l’importante è che le persone sappiano di non essere sole”.
Conclude Alessandro Cecconi: “È fondamentale riuscire ad esternare le emozioni, quello che mio figlio Matteo non è riuscito a fare. Non è facile, ma allegerisce”. Per questo, e per aiutare altri Matteo, lo scorso 6 maggio è tornato nella scuola che il figlio frequentava, l’Itis Fermi di Bassano, e ha parlato in quasi tre ore e due turni con quattrocento ragazzi e ragazze, per parlare di disagio e di come uscirne, raccontando loro proprio le difficoltà del figlio. In incontro dal titolo emblematico: “Fragilità e coraggio. La storia di Matteo oltre il silenzio”. “E’ stato un incontro potente, per il quale devo in grande grazie ai docenti e alla scuola nel suo complesso”.
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