Cerbiatti vittime degli sfalci, l’appello: “Usiamo il drone da tre anni. Ma uno solo non basta”

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La notizia risale al mese scorso: sull’Altopiano dei Sette Comuni, altri due cuccioli di capriolo vittime dello sfalcio d’erba. È solo l’ultimo, triste episodio di un fenomeno che, ogni anno, funesta le campagne e le montagne del Vicentino. “Purtroppo – è il commento di Alessandro Guerra, direttore sanitario del Centro Recupero Animali Selvatici (Cras) Difesa Natura 2000 – si tratta di una specie insitamente fragile. Sono animali che sfruttano immobilità, mimetismo e assenza di odore per non farsi catturare dai predatori. In queste circostanze, però, non li possiamo vedere neppure noi”.

La prevenzione dunque, continua il veterinario dell’associazione con sede a Villabalzana di Arcugnano, è essenziale: “Possono essere individuati – spiega ai microfoni di Radio Eco Vicentino – se si utilizzano le tecnologie che consentono di vedere lo spettro infrarosso. Sono le termocamere ad eseguire questa rilevazione. Noi ne usiamo una comandata da un drone. Il Cras da qualche tempo offre questo servizio agli agricoltori che vogliono salvare questi cuccioli, che si appiattiscono nell’erba quando si sentono minacciati rendendosi ancora più invisibili”.

Ma il drone con termocamera non è l’unico metodo di prevenzione: “Ad esempio – dice Debora Zuriti, volontaria di Difesa Natura 2000 -, il giorno prima dello sfalcio si possono fare dei tagli ai bordi del campo. In questo modo si crea un disturbo che induce la mamma a spostare i piccoli. Oppure si possono far volare palloncini di colore blu sempre ai bordi del campo, che a loro volta creano un disturbo alla mamma”.

Tuttavia è sull’utilità del drone che Debora, nella chiacchierata per la rubrica “Parlami di Te“, lancia un appello: “Lo utilizziamo da tre anni, principalmente nella zona di Arcugnano. Sarebbe utile averne più di uno dotato di termocamera. Purtroppo però costano tantissimo. Noi viviamo di donazioni, quindi se le persone che ci contattano ci fanno una donazione siamo solo che felici. Più saranno i droni a nostra disposizione, più saranno i territori che riusciremo a coprire e i cuccioli che potremo salvare”.

Il recupero dei cerbiatti vittime della falciatura dell’erba è indubbiamente l’attività principale che, fra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, tiene impegnati i volontari del Cras. Ma Difesa Natura 2000 non si occupa solo di questo: “L’associazione – racconta la volontaria a Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel – è nata nel 2015 da un’idea dell’attuale presidente e anima del progetto, Bertillo Conte. Siamo cresciuti ogni anno, grazie all’adesione di un sempre maggior numero di volontari, di cui siamo costantemente alla ricerca”. Una rete di persone che profonde i propri sforzi in aiuto a tutti gli animali: “Gli unici ai quali non ci dedichiamo – precisa Debora – sono i rapaci, perché per loro esiste un centro di recupero specializzato presso il vicino lago di Fimon”.

Altri due cuccioli di capriolo vittime dello sfalcio d’erba. “Basta indifferenza, servono i droni”

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