Ucraina, Trump schiera due sottomarini vicino alla Russia. E Medvedev evoca lo spettro della guerra tra super potenze


Sono più vicini alla Russia i due sottomarini nucleari che il presidente americano Donald Trump ha piazzato nelle scorse ore. Una decisione arrivata dopo l’ultimatum di dieci giorni alla Russia per fare la pace con l’Ucraina e in risposta alle dure parole pronunciate dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, che aveva evocato lo spettro di una guerra tra le due massime potenze atomiche. Il tycoon, che aveva già risposto a Medvedev definendolo un “fallito”, ha rincarato la dose annunciando lo schieramento delle due unità, nel caso le “dichiarazioni idiote e incendiarie” dell’ex presidente russo si rivelino come “qualcosa di più serio” che semplici parole.
Medvedev, attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo, aveva scritto su X che “ogni ultimatum” lanciato dall’inquilino della Casa Bianca “è un passo verso la guerra”. E il presidente americano – aveva minacciato sul suo canale Telegram – “si ricordi dei suoi film preferiti sugli zombie, e anche di quanto possa essere pericolosa la leggendaria ‘mano morta'”: un riferimento al sistema segreto semi-automatico dell’era sovietica capace di lanciare missili nucleari se la leadership di Mosca fosse stata eliminata in un attacco nemico. Giovedì sera Trump aveva quindi confermato l’intenzione di imporre “sanzioni contro la Russia” se non osserverà il suo ultimatum.
Intanto le condizioni di Mosca per fare la pace con l’Ucraina “rimangono le stesse”, dal riconoscimento come territorio russo della Crimea e delle quattro regioni parzialmente occupate all’impegno di Kiev alla neutralità. Putin, con accanto il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko, ha fatto capire che non ha intenzione di fare marcia indietro. Non ora che le sue truppe, ha detto, “sono all’offensiva su tutta la linea del fronte”. L’unico cenno che potrebbe assomigliare a un’apertura è l’auspicio che si possa arrivare a una “pace durevole che garantisca la sicurezza per entrambi, la Russia e l’Ucraina”.