Coltivazione di tabacco con lacune sulle norme del lavoro: “in fumo” 17 mila euro


La coltivazione di tabacco era fiorente, in un terreno agricolo dedicato alla coltura della pianta da cui si originano gli impasti utilizzati per sigari e sigarette, ma anche grazie all’opera fornita da personale di raccolta non in regola con le norme sul lavoro dipendente.
E’ così che il titolare di un’azienda agricola è andato incontro a 17 mila euro di sanzioni dopo la visita inattesa dei Carabinieri del Nil, il Nucleo Ispettorato del Lavoro, che ha contestato delle violazioni. Uno dei blitz che si susseguono nelle campagne della provincia vicentina per contrastare il fenomeno del caporalato, nel caso specifico andato a segno a Poja Maggiore, al confine con la provincia padovana.
Oltre alla sanzione amministrativa, l’imprenditore e legale rappresentante dell’attività si dovrà premunire di una difesa al cospetto del giudice che prenderà in carico la denuncia inoltrata dal Nil nei suoi confronti. L’accusa verte su più fronti, dall’assenza di contratto di collaborazione di un cittadino marocchino (regolare in Italia), alla mancanza di formazione generale e specifica dei lavoratori dipendenti.
In pratica, in quattro soggetti sono stati assegnati a mansioni pratiche senza sostenere un corso preventivo e certificato, contravvenendo quindi alle leggi sulla sicurezza sul posto di lavoro. Crescono in numero e in somme da recuperare dopo le sanzioni irrogate i casi di imprese del settore primario, agricole e d’allevamento, trovate inadempienti dai Carabinieri. A Barbarano Mossano, Dueville e Pozzoleone gli episodi recenti descritti dal Comando di Vicenza e provincia.
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