Francia nel caos: l’Assemblée Nationale sfiducia il governo Bayrou


Nove mesi. Tanto è durato il governo Bayrou. L’Assemblée Nationale ha sfiduciato il premier, aprendo le porte a una nuova crisi politica in Francia. Il primo ministro aveva chiesto la fiducia in vista della prossima legge finanziaria, per cui prevedeva 44 miliardi di euro di tagli alla spesa pubblica, due giorni festivi in meno e conferma della contestata riforma delle pensioni. Ma il Parlamento, come prevedibile, ha deciso di non avvallare i suoi piani di austerità: 194 voti a favore, 364 contrari.
Bayrou andrà oggi all’Eliseo per rimettere il suo mandato nelle mani del presidente Macron. Tre gli scenari possibili: un nuovo governo, lo scioglimento delle Camere, le dimissioni dello stesso Macron. Il più probabile, al momento, è che il presidente affidi l’incarico a un nuovo primo ministro, che passi il bilancio – e scongiuri il rischio di un attacco dei mercati – e tenga almeno fino alle prossime presidenziali del 2027.
Macron fa sapere che nominerà un successore “nei prossimi giorni”. Ma le pressioni sul capo dell’Eliseo, indicato dalle opposizioni come vero colpevole di questo nuovo “salto nel buio” del Paese, aumentano. Per Macron la dissoluzione dell’Assemblea Nazionale “non è un’opzione, ma un obbligo”, ha detto Marine Le Pen, presidente del Rassemblement National, intervenendo ieri in aula all’Assemblea Nazionale di Parigi. Mentre Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise, ha esultato per la caduta dell’esecutivo, definendola “una vittoria e un respiro di sollievo del popolo”. E ha aggiunto: “Macron ora è in prima linea di fronte al popolo. Anche lui deve andarsene”.