Il paese piange Moreno Zordan, il maestro con la passione per la musica

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Si è spento all’età di 68 anni, dopo un periodo di degenza nel reparto Hospice presso l’Oic di Thiene, Moreno Zordan, per tutti il maestro. Non un appellativo casuale, di quelli che non ti scuci di dosso neanche dopo che è suonata l’ultima campanella. Più che un mestiere, un titolo guadagnato sul campo, fatto di stima e di affetto conquistati dopo oltre trent’anni passati fra i banchi.

Le scuole elementari di Cogollo del Cengio, sono state per una vita la sua casa: i metodi apparentemente ruvidi, quel fare quasi maldestro eppure così metodico, nascondevano un grande amore per l’insegnamento e per quei ragazzi cresciuti a decine, tra una mappa con la cartina dell’Italia da imparare a memoria e un flauto dolce, immancabile strumento di tante lezioni di musica. La musica, l’altra grande passione. Direttore della Schola Cantorum, il maestro Moreno è stato per anni l’organista nascosto ai fedeli, mai troppo in vista, eppure sempre presente. Volontario nella Protezione Civile del paese oltre che presenza assicurata quando qualche associazione chiamava, ogni anno era immancabile nel prestarsi come barelliere accompagnando i malati nei pellegrinaggi a Lourdes. Esuberante forse, di sicuro scherzoso, mai sopra le righe, con la battuta giusta ed un sorriso sempre pronto a farsi dono contagioso: Moreno era soprattutto un grande cuore buono.

A chi gli faceva notare che nella vita viveva da solo, lui rispondeva sempre che di famiglie ne aveva tante. Ed in tanti, pur consci di una malattia che non gli avrebbe dato scampo, in questi mesi hanno pregato di vederlo tornare col suo passo lesto e quello sguardo scanzonato, avventurarsi tra le vie di Cogollo magari con la borsa piena di verdura raccolta nell’orto che tanto curava. Parrà quindi strano, nelle esequie che si celebreranno lunedì prossimo alle 15 nella Chiesa Parrocchiale di Cogollo del Cengio, non scorgere un ciuffo un po’ ribelle agitarsi per dare il via ai suoi coristi. O forse basterà solo immaginarlo, tra i ricordi cari che Cogollo conserverà geloso.

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