Scomparsa Adinolfi, si scava sotto la Casa del Jazz a Roma

Potrebbe arrivare a una svolta il mistero lungo 31 anni sulla scomparsa del giudice Paolo Adinolfi. Si scava infatti sotto la casa del Jazz a Roma per riaprire alcuni tunnel sotterranei mai esplorati prima e che sarebbero stati murati. C’è il sospetto che dentro ci possano essere i suoi resti o un tesoro della banda della Magliana.
L’intervento è stato disposto dalla prefettura dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in seguito a una richiesta dell’ex magistrato Guglielmo Muntoni. L’obiettivo è ispezionare quelle gallerie mai esplorate prima, nella speranza di individuare elementi utili a ricostruire un caso rimasto irrisolto. “Ora dobbiamo solo aspettare. Non si può dire altro”, dice il figlio Lorenzo Adinolfi lasciando la Casa del Jazz.
Il giudice Adinolfi era scomparso misteriosamente 31 anni fa, all’età di 52 anni, il 2 luglio 1994. Uscendo aveva salutato la moglie e le aveva detto che sarebbe tornato per pranzo. E invece, sparì per sempre. Nella sua lunga carriera si era occupato di molte aziende anche di livello nazionale. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quella mattina Adinolfi si era recato nella biblioteca del tribunale civile di Roma, dove aveva raggiunto lo sportello bancario interno alla struttura per trasferire un conto corrente nell’agenzia allora presente in appello a via Varisco.
Molte le piste seguite negli anni per tentare di accertare i motivi della scomparsa: si parlò di un malore, della perdita della memoria, di un rapimento legato ad alcuni casi di cui si era occupato come giudice fallimentare. E, tra le piste, anche quella legata alla Banda della Magliana legata alla bancarotta della società Fiscom, che aveva presunti legami con personaggi della criminalità organizzata tra cui il “cassiere” Nicoletti.