Contributi, allo sport 344 milioni: più fondi al tennis e al nuoto ma il calcio resta al primo posto

Anno dopo anno, si rinnova la conferma. È il calcio che continua a guidare il sistema sportivo, nonostante il nuoto, la pallavolo, e soprattutto il tennis, abbiano guadagnato grande linfa vitale negli ultimi tempi. Come accade ogni anno sotto Natale, sono arrivati i contributi decisi e distribuiti da Sport e Salute nel corso dell'ultimo Consiglio di amministrazione. Agli organismi sportivi vanno 344,4 milioni di euro totali, una cifra di poco superiore a quella dell'anno scorso, quando furono 343,7. Al comando delle federazioni a cui spettano più fondi c'è come sempre il calcio, con una cifra di poco superiore ai 35 milioni, confermando così i contributi elargiti l'anno passato.

Continua la scalata del tennis grazie ai successi dei suoi campioni, Jannik Sinner in particolare. Se per il 2025, infatti, la Federazione Italiana Tennis e Padel era la quinta federazione più pagata, quest'anno è la quarta con un contributo che supera i 16 milioni (+2 rispetto all'anno precedente, prendendo il massimale in questa tornata). Secondo e terzo posto rispettivamente per nuoto (18.620.135 mln) e pallavolo (17.864.540), quest'ultima reduce dal doppio oro iridato delle due nazionali maggiori. Entrambe le federazioni sono in crescita, come l'atletica con una cifra vicina ai 15 milioni.

Crescono poi anche vela, rugby, skate e surf, mentre restano sostanzialmente stabili tutte le altre con solo tre federazioni sportive nazionali con il segno meno rispetto all'anno scorso (penthatlon, badminton e motonautica). Dunque nell'assegnazione dei contributi che vede crescere lo sport italiano di sistema non conta solo il merito sportivo, perché nella logica della società dello Stato rientrano anche la crescita del fenomeno sportivo nella sua completezza (numero di tesserati attivi, società e tecnici), l'efficienza operativa con la capacità di ottimizzare al meglio l'utilizzo delle risorse pubbliche e il modello gestionale degli organismi orientato alla sostenibilità, responsabilità e allineato ai pilastri ESG (criteri ambientali, sociali e di governance).

Quella che emerge è dunque un'Italia più attiva con oltre 640 mila persone in più che praticano sport organizzato rispetto agli anni precedenti, un'Italia sempre più al vertice delle classifiche mondiali. Un risultato frutto anche della crescita generale delle risorse grazie al meccanismo dell'autofinanziamento che, dal 2019 a oggi, ha prodotto un incremento complessivo del 25%, pari a 569 milioni in più. “Un modello virtuoso di economia circolare dello sport”, lo definisce Sport e Salute, “dove le risorse, alle quali si aggiungono quelle per le infrastrutture focalizzate su periferie e sport di base, “vengono reinvestite per garantire l'accesso generale alla pratica sportiva”.