Da “sindaco dei ragazzi” a sindaco dei record. Matteo Macilotti si racconta al… 90%

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Da “ragazzo sindaco” alle scuole medie, ad acclamato sindaco di Chiampo: Matteo Macilotti. Passati più di dieci giorni dalle elezioni comunali, il “vecchio e nuovo” primo cittadino dell’Ovest Vicentino è ancora emozionato dopo aver smaltito lo stupore per gli straordinari risultati ottenuti. La riconferma al vertice dell’amministrazione locale chiampese con più del 90% dei voti e poco meno di 5 mila e 500 preferenze non costituisce di certo un esito che passa inosservato.

Sindaco, a cosa attribuisce il risultato strabiliante delle elezioni?
“In primo luogo al buon lavoro della mia squadra – risponde il primo cittadino – che in questi cinque anni è riuscita a cambiare Chiampo, migliorandolo. Credo che i cittadini abbiano apprezzato il nostro impegno e la nostra forte volontà. Poi io ritengo che a livello locale riescano ad emergere le singole persone piuttosto che i partiti e ciò favorisce chi cerca di lavorare bene”.

C’è chi l’ha definito il “Macron” di Chiampo, cosa ne pensa?
“Non mi piace essere accostato ad altre persone – precisa -, sono semplicemente il sindaco di un piccolo-medio comune. Non mi aspettavo tutta questa risonanza del risultato. Da un lato ne sono felice, fa piacere che un buon lavoro venga messo in risalto e tutto ciò di conseguenza fa incrementare le mie responsabilità: aumentano le aspettative da parte dei cittadini di una via diversa e di un’esperienza politica innovativa da parte mia, e ne sono onorato”.

Quali sono le novità per i prossimi cinque anni?
“I punti su cui voglio soffermarmi maggiormente sono tre: risolvere il grande problema della viabilità nella vallata, la riqualificazione delle aree industriali dismesse e il miglioramento della qualità di vita dei miei cittadini. Investendo negli spazi pubblici – continua Macilotti – come nella zone ciclabili, nell’edilizia sportiva e in nuovi ambienti di relazione, perché il cittadino non può lavorare e basta, deve vivere la propria città”.

Qual è il ricordo più bello del primo mandato?
“Sicuramente la sfilata degli Alpini del Triveneto – assicura il neorieletto -. Marciare lungo le vie del mio paese e vedere i miei cittadini soddisfatti e orgogliosi mi ha fatto emozionare davvero tanto. E’ bello vedere i risultati di un lavoro tanto lungo quanto desiderato”.

Da dove è nata la sua passione per la politica?
“E’ nata dalle discussioni fatte con mio nonno e con mio padre – ricorda – guardando il telegiornale. A casa mia si parlava spesso di politica e io da bambino preferivo seguire il telegiornale piuttosto che i cartoni animati. Alle medie sono stato eletto ‘ragazzo sindaco’ e poi al liceo ho fatto il rappresentante d’istituto. Ho sempre avuto la passione di mettere insieme le persone e di coalizzarne le idee. Penso che il mio destino fosse già stato segnato”.

A cosa ha dovuto rinunciare per fare il sindaco?
“Ho dovuto in un certo senso congelare la mia carriera universitaria – racconta il ricercatore e avvocato -, ma la cosa più incisiva è che la vita privata viene sacrificata. E’ un lavoro che deve essere svolto sette giorni su sette ed io ci tengo ad essere presente a tutte le manifestazioni e feste del paese. E’ difficile prendersi qualche giorno di vacanza, ma la passione fa superare tutto questo”.

Se potesse dare un consiglio ai chiampesi quale sarebbe?
“Ai miei cittadini dico di continuare ad amare il loro paese e di pensare che non è solo l’amministrazione ad avere il compito di portarlo avanti e migliorarlo, ma di tutti: chi si può impegnare con la Pro Loco, chi con le varie associazioni, chi con il volontariato oppure semplicemente migliorando il piccolo spazio in cui vive. Facendo le cose assieme – conclude – Chiampo può solo migliorare”.